martedì 25 maggio 2021

The "GRAN FINALE" Part 5

Pianeta: Meghnada II
Luogo: Thunderhawk "Leonessa dei Cieli", durante il sorvolamento del deserto tra Bolitres e Manicarph assieme al resto della flotta aerea dei Soli Blu e dell'Inquisizione
Fine 5° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 4:29

   Erano in viaggio ormai da trentanove minuti. Non vi erano stati ritardi nella preparazione della forza d'attacco, dunque l'Inquisitore non aveva avuto nulla da ridire...per ora.
   Ad aver preso il volo da Bolitres era uno stormo composto da due Thunderhawk, tre Valkyrie dell'Inquisizione e varie Stormtalon come scorta. Non era una grandissima forza d'attacco, ma erano veloci e molto mobili, con i due velivoli più grandi che garantivano una potenza di fuoco non indifferente. Lighter sperava sarebbe bastata...
   In quel momento il suo vox prese vita, strappandolo dai suoi pensieri, segnalando così l'apertura di un canale vocale. La voce dell'Inquisitore risuonò nelle sue orecchie.
   "Capitano, mi faccia parlare con i suoi Marine. Devo accertarmi che ognuno sappia quali sono le priorità di questa missione." Un'espressione di fastidio passò sul volto dell'Astartes, tanto veloce a scomparire quanto rapida era comparsa. "Come desidera." Con riluttanza nata dall'avversione che ormai sentiva naturale nei confronti del suo "caro" collega, eseguì l'ordine.
   "Space Marine dei Soli Blu, è l'Inquisitore Klaus Noel che vi parla. Salterò i preamboli ed arriverò dritto al punto: ci stiamo dirigendo verso l'ubicazione di un artefatto Necron di grande valore per il nemico. E' indubbio che sarà difeso strenuamente, ma confido nelle vostre capacità per aprire un varco a me ed al mio team per entrare nell'artefatto e...svolgere al meglio il nostro compito. Dopo dovrete rimanere di guardia, impedendo a qualunque forza ostile di penetrare all'interno fintanto che io ed i miei uomini saremo all'interno. Chiaro?" Seguirono parole d'assenso da parte dei capi-squadra sugli altri velivoli. "Molto bene. Che la luce dell'Imperatore guidi tutti noi in quest'ora buia." Pronunciate queste parole, lasciò spazio a Lighter di subentrare per spiegare ai piloti ed ai soldati quale sarebbe stato il piano di battaglia. Poco dopo aver finito di impartire gli ordini ed aver chiuso la comunicazione, si alzò in piedi e, toltosi l'elmetto, si mise a scrutare attentamente i guerrieri seduti attorno a lui nella pancia della Thunderhawk. Gli sguardi dei suoi confratelli si alzarono, fissandosi tutti nei suoi occhi. Lenti rosse incontrarono iridi dello stesso colore.
   "Dimenticate quello che avete sentito, noi seguiremo un obiettivo diverso." Si mise a passeggiare per il ponte, alzando il livello della propria voce per farsi sentire da tutti. Gli Astartes seduti attorno a lui si mossero a disagio nei propri sedili per pochi istanti, nessuna parola venne pronunciata. Tutti loro, capendo le implicazioni delle parole di Lighter, rimossero i propri elmetti nel silenzio più totale, in modo da non rischiare di trasmettere ciò che sarebbe seguito. Sulle loro facce non vi era sorpresa, solo determinazione. Fu il sergente Pank'eas, uno dei suoi uomini più fidati, a rompere il silenzio, dando voce a ciò che tutti stavano pensando. "Allora qual è il piano, capitano?"
   Un mezzo sorriso increspò le labbra di Raphael. "Il piano, sergente? Andremo a caccia di teste. Una in particolare: quella del capitano Abrahel."

Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione
Inizio 6° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 13:58

   Disfatta. Sconfitta. Ritirata.
   Così poteva essere riassunto l'esito della missione suicida in cui si erano imbarcati per volere del tre volte maledetto Inquisitore Klaus Noel dell'Ordo Xenos.
   Al loro arrivo sul campo di battaglia, i Soli Blu erano stati accolti da un'enorme quantità di fuoco contraereo proveniente sia dagli eretici che dagli xeno. Tutti si erano momentaneamente alleati per eliminare la flottiglia degli Astartes, e non solo: il piano dell'Inquisitore per penetrare all'interno dell'artefatto Necrontyr aveva aiutato i loro nemici ad abbattere i velivoli. Uno a uno, erano andati giù. Solo la "Leonessa dei Cieli" e pochi altri erano rimasti in volo alla fine dello scontro, ciascuno di questi fondamentale per la successiva e rovinosa ritirata dal campo di battaglia. Una ritirata che era stata chiamata solo dopo l'abbattimento del capitano Abrahel dei Cavalieri di Ultramar ad opera di Lighter. L'uccisione però non era stata confermata, data la concitazione del momento e la necessità dell'intervento tattico del Sole Blu per mettere delle pezze a quella ignominiosa azione militare.
   L'unica cosa che poteva quasi considerarsi una vittoria era la morte di Noel nello schianto del suo Valkyrie. Assieme a lui erano deceduti anche Tariel degli Ultramarine e altri membri del suo kill team. Le guardie imperiali dell'Inquisizione erano state decimate, assieme ad alcune delle unità dei Soli Blu. Kadmion, alla guida dei Deathshroud, era fortunatamente sopravvissuto al combattimento.
   Per quanto riguarda gli scontri nello Spazio sopra Meghnada, si era concluso tutto in un nulla di fatto. A parte lo scontro avvenuto appena dopo l'arrivo della flotta dei Cavalieri di Ultramar, non vi erano stati altri scontri rilevanti. Avevano perso qualche nave, e così i loro avversari, ma nessuna delle due fazioni aveva cercato di vibrare il colpo finale all'altra per paura di perdere troppi vascelli. E a quanto pareva dagli ultimi rapporti che Eidol aveva fornito a Lighter, le navi degli eretici erano impegnate ad evacuare i propri territori per togliersi di torno il più rapidamente possibile. Per quanto non facesse piacere a Lighter che quei traditori si portassero via cittadini imperiali, non poteva rischiare ulteriori perdite su un pianeta così lontano dalle linee di rifornimento. Inoltre, non averli attorno gli avrebbe permesso un maggiore controllo della campagna. Non che gli ordini originali di eliminare altri Space Marine gli fossero mai piaciuti. Avrebbe gestito le lamentele dei Templari Neri in un secondo momento, la cosa più importante ora era la messa in sicurezza di questo pianeta.
   Nei giorni sucessivi alla grande battaglia altri territori erano stati annessi, salvando quel poco di popolazione che vi rimaneva, ma non vi era stato alcun avvistamento dei loro nemici. Dei Tiranidi non vi era più alcuna traccia. Anche dei Necron non si avevano più notizie, stranamente. Il silenzio dei campi di battaglia preoccupava enormemente Lighter. Per citare un'antica opera terrestre, aveva la sensazione che questo fosse "il respiro profondo prima del balzo".
   Al momento, il Sole Blu si trovava nel centro dello strategium, coordinando l'avanzamento delle unità di Astertes e fanti della Marina rimasti sul pianeta. L'assenza di combattimenti rendeva il tutto solo leggermente più facile, perchè le linee di approvvigionamento si facevano sempre più intricate e complesse da gestire, viste le forti limitazioni ai mezzi impiegabili dopo un lungo periodo di conflitto armato. Assieme ai rapporti riguardanti le città che venivano riconquistate, fluivano anche i racconti dei sopravvissuti, i quali venivano letti o ascoltati da una parte dello staff per verificare la presenza di qualsiasi informazione sugli spostamenti degli xeno. Niente di niente.
   Ma presto Lighter avrebbe dovuto lasciare il suo posto a qualcun'altro. Aveva un appuntamento che non poteva più rimandare: quello con gli interrogatori al servizio dell'ormai defunto Klaus Noel.

Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione
Inizio 6° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 14:20

   Si sedettero davanti alla sua scrivania come il loro maestro solo pochi giorni prima aveva fatto: con aria di supponenza, come se fossero loro a dettare le regole. Peccato che i loro battiti cardiaci tradissero quell'ostentata risolutezza. Erano tutti agitati ed impauriti...tranne uno. Dei tre uomini ed una donna che erano entrati nell'ufficio del capitano dei Soli Blu solo l'omaccione dalla testa irsuta sembrava essere a proprio agio.
   Assieme a loro c'erano i sopravvissuti della Guarnigione della Morte: Nitral delle Falci dell'Imperatore ed Emaric dei Soli Blu. Forse ce ne era un altro, ma Lighter non sapeva esattamente chi fosse, era stato rispedito sulla nave dell'Inquisizone appena tornati per guarire le sue gravi ferite. E poi lui si era interessato solo al fato di Klaus, Taris ed Emaric, chiedendosi se l'essere sopravvissuto del suo "confratello" fosse solo un caso…
   Con un cenno della mano fece segno al gruppetto di sedersi. "Cosa volete?" furono le parole di Lighter. Non tentò neanche di nascondere il proprio tono irritato per dover sprecare il suo tempo con gli sgherri di un Inquisitore che gli aveva causato tante perdite per nulla. La prima a parlare fu la donna.
   "Capitano Lighter, ci dispiace distrarla dai suoi importanti incarichi, ma non potevamo fare altrimenti." Il battito cardiaco della donna tradiva la sua agitazione. "Il mio nome è Elysa Kryss e assieme ad i miei colleghi" fece un ampio gesto per indicare i tre uomini in piedi accanto a lei, i quali risposero al gesto con un cenno del capo "faccio parte degli interrogatori del defunto Inquisitore Noel. Andrò dritta al punto: abbiamo bisogno dei suoi uomini per continuare le ricerche che il nostro nobile superiore ha lasciato incomplete, oltre ad esigere che ci riconsegni il comando della nostra nave in orbita sopra il pianeta. Ormai i Cavalieri di Ultramar se ne sono andati portandosi dietro la propria flotta, i Necron sono scomparsi ed assieme a loro i Tiranidi, dunque non ha più bisogno della Albero di Luce per compiere la sua missione su questo pianeta."
   La donna non aveva tutti i torti. Non poteva continuare a tenere la loro nave ai propri ordini, ora che la minaccia degli eretici e degli xeno era scomparsa. Però non voleva neanche rendere la vita facile a questi lacchè pretenziosi, come se fossero loro gli Inquisitori e non l'uomo che era stato raccolto con un cucchiaio dopo lo schianto del suo valkyrie. Si prese qualche secondo per studiare meglio i presenti. Elysa appariva come una giovane ragazza, dai lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon dietro la testa; il viso non aveva tratti spiacevoli, ma era deturpato da due protesi oculari ingombranti e assai squadrate, con luminose lenti rosse. Sia lei che gli altri tre uomini erano vestiti con tute da combattimento di colore nero e mantelli rossi adagiati sulla spalla destra. Al fianco avevano tutti una spada ed una fondina per pistola requiem, entrambe armi molto decorate per quel poco che si intravedeva. Due dei maschi erano uguali, probabilmente gemelli; capelli corti e neri, occhi dello stesso colore e pelle molto abbronzata. Il terzo era un uomo molto grosso con capelli castani a porcospino, barba folta ed aveva tatuata una grossa "I" nera sulla guancia sinistra. I suoi occhi del colore del ghiaccio erano fissi sul volto del capitano dei Soli Blu; il battito del suo cuore continuavano a marcarlo come il più calmo dei quattro.
   "Quindi è questo che volete?" Raphael Lighter non aveva mai sofferto la presunzione degli agenti dell'Inquisizione e sicuramente non avrebbe avuto la stessa pazienza che aveva mostrato verso Klaus Noel. "Continuare le ricerche di un folle? Non avete visto quanta morte e distruzione ha portato l'ossessione del vostro maestro? Per seguire della sporca tecnologia xeno ha sacrificato le vite di molti dei miei Marine e rischiato di compromettere la liberazione di un pianeta imperiale, per non parlare delle perdite che voi stessi avete subito. Quale ragione vi spinge a proseguire sulla strada dell'eresia?"
   Silenzio. I quattro interrogatori in piedi di fronte al capitano dei Soli Blu si stavano scambiando molti sguardi facendo anche piccoli movimenti del corpo che non potevano essere altro che un linguaggio in codice che avevano appreso durante l'addestramento. Era quasi impercettibile, ma Lighter comprese che buona parte dei messaggi erano diretti a quello che era il più calmo, l'omaccione.
   "Ebbene?" chiese Lighter, spaziando con lo sguardo tra i presenti ma soffermandosi infine negli occhi color ghiaccio dell'uomo robusto. "Cosa ti spinge?" Ma invece che ottenere una risposta dal suo bersaglio, a rispondergli fu nuovamente la donna.
   "Il rispetto verso la missione che ci era stata affidata, la fedeltà verso il nostro maestro e..." "Non tu," la interruppe l'Astartes "voglio che risponda lui." Lo sguardo del Sole Blu non si era spostato dagli occhi dell'interrogatore più grosso.
   "La conoscenza è potere." La voce dell'uomo era profonda e priva di tono. Non un sorriso, non un movimento delle sopracciglia. La sua espressione sembrava di ghiaccio. "Conoscere meglio quello che i Necron hanno cercato di riattivare ci permetterà di combatterlo in futuro. Capitano, penso che non sia né così stupido né così naïve da credere che i Necron se ne siano semplicemente andati da questo pianeta per un fortuito caso. E' nostro dovere capire come e perché se ne sono andati dopo aver ottenuto l'Elysium. Penso che anche lei sia curioso di saperlo, capitano Lighter."
   "Come ti chiami, interrogatore?" fu la risposta di Lighter. L'omaccione alzò un sopracciglio.
   "Le piace rispondere alle domande con altre domande, vedo. Sono Maddox Vangelos, interrogatore anziano di quel prodotto di riciclatore che è attualmente l'Inquisitore Klaus Noel."
   Nella camera eruppe una genuina risata proveniente dalla gola del Sole Blu. Mai Lighter si sarebbe aspettato di sentire le parole "prodotto di riciclatore" riferite ai nobili resti di un inquisitore pronunciate da uno dei suoi lacchè. Doveva ammetterlo, questo Maddox aveva una bella faccia tosta, oltre che un macabro senso dell'umorismo.
   "Hai detto bene, interrogatore Vangelos: la conoscenza è potere. Ma ricorda che il potere corrompe. Serve uno spirito puro guidato da una fede incrollabile nell'Imperatore per riuscire a resistere alle tentazioni che questo pone lungo la vita di un uomo. Spero che tu sia quel genere di persona." Detto ciò, Lighter prese un d-pad e si mise a scrivere. "Avrai il comando della Albero di Luce, vi darò i permessi che vi servono per attrezzature o personale, ma non delegherò neanche uno dei miei Astartes al vostro servizio. Se lo facessi sminuirei il virtuoso compito dei miei confratelli della Guarnigione della Morte."
   Maddox accolse la concessione con un cenno di testa, apparendo tranquillo. Ma per quanto avesse mostrato quella faccia dura nella conversazione, Lighter si era reso conto di come il battito del suo cuore fosse aumentato dal momento in cui era stato interpellato. Aveva ancora un po' di strada da fare prima di poter essere promosso al rango di inquisitore. Nessuno dei due marine con l'armatura nera reagì.
   Finito di scrivere sul d-pad, il Sole Blu chiamò nella stanza Eidol Baris, il contrammiraglio addetto alle comunicazioni con la flotta soprastante i cieli di Meghnada II. Quando questo entrò nella stanza, rivolse un cortese saluto a tutti i presenti e si diresse alla scrivania del Sole Blu. "Cosa desidera, capitano?"
   "Contrammiraglio Baris, la prego di prendere questo d-pad e di mandare gli ordini ivi contenuti al ponte della Martello di Giustizia ed a quello della Albero di Luce. Per informarla, il comando dell'incrociatore dell'Inquisizione passa all'interrogatore anziano Maddox Vangelos. E' tutto."
   "Sissignore, sarà fatto immediatamente." Dopo aver ricevuto il d-pad ed aver eseguito il saluto militare, l'ufficiale della marina imperiale uscì dalla stanza.
   "C'è altro, interrogatori?" La luce del vox interno che segnalava una chiamata in arrivo non aveva smesso di brillare per tutto il colloquio. Era tempo che Lighter tornasse ai suoi doveri.
   "No capitano. Con il suo permesso, andremmo ad organizzare le ricerche nel deserto del nord." Nonostante la sua apparenza calma e glaciale, sembrava che l'interrogatore fosse ansioso di iniziare le ricerche, e con lui i suoi colleghi interrogatori.
   "Allora andate. E che la luce dell'Imperatore guidi il vostro sguardo." Con un breve saluto gli aspiranti inquisitori se ne uscirono dalla stanza. Raphael Lighter fissò la porta ancora per qualche secondo prima di reimmergersi in quel marasma di problemi che era la gestione dei territori liberati di Meghnada II.

giovedì 16 febbraio 2017

The "GRAN FINALE" Part 4

Pianeta: Meghnada II
Luogo: Ospedale "Beata Lucilla la Guaritrice" di Bolitres, sezione riservata ai feriti della Marina Imperiale e dei Soli Blu
Inizio 5° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 9:28

   L'ospedale di Santa Lucilla era un complesso mastodontico, adibito sia al ricovero di pazienti che alla ricerca medica. Ora, con la guerra, nessuno andava più nei laboratori per studiare qualche malattia o scoprire cure alternative; quelle stanze erano state date ai medici della marina imperiale e dagli Apotecari dei Soli Blu per poter accudire meglio i propri feriti. Gli era stata anche data un'intera ala per assolvere al meglio questo compito.
   Raphael Lighter stava attraversando i corridoi dei vari reparti accompagnato da Brandiel, Bibliotecario dei Soli Blu, per supervisionare lo stato dei feriti. L'aria era pregna dell'odore degli antisettici e di quello del sangue. Il pavimento era sorprendentemente pulito, nonostante tutti i feriti che erano arrivati dal fronte nelle settimane precedenti, un encomio da fare al personale delle pulizie. La maggior parte dei lettini era occupata da uomini e donne della marina imperiale feriti in combattimento. Alcuni avevano vistose medicazioni su diverse parti del corpo, altri avevano perso arti o parti di essi. Quelli che potevano salutavano il duo di Space Marine portandosi una delle due mani alla tempia, a seconda di quale fosse nello stato migliore. Ogni tanto si fermavano a chiacchierare con i feriti, soprattutto ufficiali, per informarsi sullo stato di salute loro e dei loro uomini. Il morale rimaneva comunque abbastanza alto, e di ciò Lighter poteva dirsi soddisfatto. Il giro visite proseguì nell'ala adibita ai feriti degli Astartes.
   Per quanto il loro numero fosse enormemente inferiore rispetto agli altri pazienti dell'ospedale, gli Space Marine occupavano comunque uno spazio degno di una compagnia dell'Astra Militarum. La degenza degli Astartes non durava molto, visto il loro metabolismo accelerato, ma era per alcuni casi erano necessari macchinari più sofisticati per garantirne il pieno recupero. Dopo una breve chiacchierata con Antilles, l'Apotecario capo, il duo si diresse verso la stanza di Ephaestus, il Maestro della Forgia della V compagnia, ferito durante uno degli ultimi combattimenti contro i Cavalieri di Ultramar presso lo spazioporto di Outnavr. A Lighter era stato comunicato che la parte destra del suo corpo, fusa dal multitermico del Dreadnought che lo aveva abbattuto, era ormai stata rimpiazzata da nuove protesi meccaniche che lui stesso aveva provveduto ad ideare, ed in parte realizzare, nei suoi giorni di degenza. Lo trovarono intento a camminare nella sua stanza con l'aiuto di un servitore medico, un'attività che interruppe alla loro vista. Del corpo non si vedeva molto, in quanto coperto da una tunica; si notavano giusto le estremità meccaniche del braccio e della gamba destra. La testa invece era ancora coperta da pesanti bendature che lasciavano scoperto solo la bocca e l'occhio sinistro. Quel poco di carne che si intravedeva del suo viso diede l'impressione che stesse cercando di sorridergli, ma il risultato fu qualcosa di grottesco.
   "Buongiorno fratelli. Perdonate il disordine, ma sto calibrando le mie nuove protesi e ciò richiede spazio ed attrezzatura." Con un ampio gesto della mano sinistra indicò l'insieme di macchinari e parti meccaniche accatastate ai lati della stanza. Con un altro gesto ed un comando vocale mandò il servitore a riposare in un angolo, rimamendo fieramente in piedi nonostante l'evidente sforzo che l'azione gli richiedeva. "A cosa devo l'onore della vostra visita?" La voce veniva gli fuori come un rantolo meccanico dal sintetizzatore provvisorio situato sulla sua gola.
   Ligher gli sorrise. "Fratello Ephaestus, sono molto contento di vedere che riacquisti forze ogni giorno che passa. Noto che il tuo spirito non è stato piegato dall'ordalia che hai dovuto affrontare."
   "E questo il caro Antilles l'ha imparato molto bene..." fu il commento sottovoce di Brandiel, che gli costò un'occhiataccia da parte del Maestro della Forgia. Stando a ciò che gli aveva detto l'Apotecario capo, Ephaestus aveva passato la maggior parte del suo tempo a sbraitare contro i servitori, a farsi portare componenti meccaniche dal suo Techmarine apprendista, fratello Maechios, a progettare e poi assemblare ogni singola protesi nella stanza, evocando le ire dei pazienti ricoverati accanto a lui e facendo arrivare qualche reclamo anche dall'ala adibita alla Marina Imperiale.
   "Stavo dicendo..." riprese Raphael, fulminando il Bibliotecario con uno sguardo. "E' un bene che il tuo spirito non sia stato piegato, perchè ho bisogno di te alla base."
   Il Maestro della Forgia drizzò maggiormente la schiena. "Sempre a vostra disposizione, Capitano. Cosa avete bisogno che faccia?"
   "Ho bisogno che tu controlli dei dati per me, fratello. Ci sono stati forniti dall'Inquisitore Noel dopo un...interessante colloquio seguito al suo arrivo sul pianeta. Abbiamo bisogno che tu li analizzi con la massima riservatezza ed il più velocemente possibile."
   "Di che tipo di dati stiamo parlando?" L'occhio sinistro del Techmarine brillava di interesse.
   Il tono di  Lighter calò bruscamente. "La loro origine è Xeno, frutto delle ultime ricerche dell'Inquisitore. Potrebbero aiutarci a comprendere meglio la situazione di Meghnada. Lo sto chiedendo a te e non a fratello Maechios perchè lui non ha la tua esperienza. Né la tua riservatezza. Comprendi?"
   La sorpresa nell'occhio di Ephaestus fu presto sostituita da determinazione. "Comprendo, Capitano. Datemi il tempo di raccogliere un paio di cose e sarò subito da voi." Il Maestro della Forgia fece segno al duo di uscire, chiudendo la porta dietro di loro. Dall'interno iniziò uno sferragliare convulso, seguito da varie imprecazioni. Il personale nelle vicinanze e i pazienti in grado di muoversi si allontanarono da quel fracasso, lasciandoli da soli.
   A rompere il "silenzio" che si era creato tra i due nell'attesa ci pensò Brandiel. "Raphael, devo dirti una cosa." Il tono del Bibliotecario era stranamente serio per un individuo abituato a prendersi gioco di tutto e tutti. E le sue labbra non si erano mosse, notò Lighter, segno che quelle parole erano state pronunciate direttamente nella sua mente. Fece cenno all'altro di andare avanti a "parlare".
   "Te lo dico adesso mentre siamo lontani da orecchie indiscrete: il Sole Blu che accompagna l'Inquisitore è probabilmente uno psionico. E molto potente, per giunta."
   L'altro Astartes aggrottò le sopracciglia. Gli bastò formulare chiaramente il pensiero "E cosa ci sarebbe di strano in ciò?" nella sua mente, che l'altro gli stava già rispondendo. "Non saprei, a parte il fatto che il suo nome non figura nel librarium del nostro Capitolo e non indossa una calotta psionica come da protocollo. Inoltre, nasconde molto bene il suo dono; sono riuscito a scoprirlo solo perchè sono abituato ad indagare nelle menti altrui, specialmente in quelle delle persone di cui non mi fido."
   I dubbi di Raphael crebbero. Non aveva senso... Perchè l'Inquisitore avrebbe dovuto voler nascondere l'esistenza di questo psionico? Perchè farlo usando le insegne dei Soli Blu, una volta scoperto che avrebbe avuto a che fare con loro? Avrebbe voluto dire svelare subito la sua identità (cosa che peraltro era appena successa) e rendere vano ogni tentativo di nasconderne la presenza nel suo entourage. A meno che...
   In quel momento la porta dietro di loro si spalancò, lasciando uscire Ephaestus con buona parte di cò che aveva nella stanza distribuito tra lui e il servitore. Al vederlo Lighter ri riscosse dai suoi pensieri. "Bene allora. C'è una Stormraven che ci aspetta fuori per tornare al CGE. Seguici." Il trio si diresse verso l'uscita. Mentre i motori del velivolo prendevano vita, la vita dell'ospedale fu disturbata per l'ultima volta dal Maestro della Forgia.

Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione.
Fine 5° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 02:50

   Raphael Lighter venne svegliato dal suono del suo intercom che squillava.
   Si trovava nel suo ufficio, sdraiato sulla branda militare che si era fatto portare per diminuire al massimo le perdite di tempo dovute agli spostamenti. Aveva fatto ciò perchè negli ultimi giorni era iniziata la grande controffensiva dei Soli Blu, nel disperato tentativo di recuperare territorio imperiale nel sud continente. E tutto era andato stranamente bene. A parte una debole resistenza operata dai Cavalieri di Ultramar, le zone prima occupate da Necron e Tiranidi erano come abbandonate. Eppure non vi era stato alcun segno di ritirata o alcuna partenza dal pianeta. I precedenti conquistatori erano semplicemente scomparsi assieme alla popolazione imperiale. Dopo questa inquietante scoperta, Lighter aveva ordinato una perlustrazione approfondita del territorio, scoprendo l'esistenza di enormi tunnel nel sottosuolo di Outanvr, scavati, presumibilmente, dai Tiranidi. Stando alle rilevazioni degli addetti sul campo, pareva conducessero da qualche parte verso nord. Dei Necron invece non era stata trovata alcuna traccia.
   Alzatosi dalla branda, l'Astartes di diresse alla scrivania e pigiò un pulsante per rispondere. "Qui Lighter. Cosa succede?" "Capitano, qui è il sergente Dexule. Abbiamo captato un forte segnale proveniente dal deserto nei pressi di Manicarph, a nord." "Che genere di segnale, sergente?" "Ecco...non siamo sicuri, ma pare sia una fonte di energia mai vista prima. I nostri tecnici sostengono che potrebbe essere di origine xeno. Necron, probabilmente." Un brivido percorse la schiena di Raphael.
   "Avete contattato la flotta? Cosa dicono a riguardo?" "Hanno confermato tutto, e c'è dell'altro Capitano... Le passo il contrammiraglio Eidol." Ci fu un breve rumore statico mentre veniva cambiato il canale.
   "Capitano, qui Eidol Baris. Come le ha anticipato il sergente, anche le nostre navi orbitanti hanno captato lo stesso segnale proveniente dalla superficie, ma non solo: abbiamo rilevato tre distinti eserciti in marcia. Li abbiamo identificati come i Cavalieri di Ultramar, i Tiranidi ed i Necron. Tutti stanno convergendo verso fonte del segnale." Ci fu un attimo di pausa. "Altro da aggiungere, contrammiraglio?" "Signore...è comparsa una flotta di navi ai confini del sistema. Pare che appartengano ai Cavalieri di Ultramar. L'ammiraglio Malink sta posizionando le nostre forze in assetto d'attacco, pronto a ricevere i nemici. Inoltre richiede anche il comando dell'incrociatore dell'Inquisitore per poter ricevere al meglio, e qui riporto le sue testuali parole, "quegli stramaledetti eretici del feth". Ora è davvero tutto, Capitano Lighter."
   Un sorrisino fece la sua comparsa sul volto dell'Astartes sentendo le parole di quella vecchia volpe. "Conoscendo l'ammiraglio, svolgerà sicuramente un ottimo lavoro. Per quanto riguarda la nave dell'inquisitore, glielo chiederò io personalmente, non temete. Vi lascio ai vostri compiti, Eidol. Grazie di avermi aggiornato." "Dovere signore." E così riattaccò.
   La situazione si stava scaldando sempre di più. Gli era sembrato tutto troppo facile in questi ultimi giorni, e adesso tutto stava peggiorando nel giro di poche ore. Non c'era un minuto da perdere. Stava per accendere il suo intercom per contattare gli ufficiali dei Soli Blu e della Marina stanziati sul pianeta, quando la porta del suo ufficio si aprì violentemente. Sull'uscio stava un marine dall'armatura nera con simboli appartenenti agli Ultramarine.
   "Capitano Taris, poteva anche farsi annuciare. Alla mia porta non sarebbe dispiaciuto..." "Tagli corto con l'ironia, Lighter." La risposta veniva dalle spalle dell'Astartes. La voce era quella di Klaus Noel. L'Inquisitore fece capolino nella stanza subito dopo l'ingresso del Capitano della sua guardia.
   "Sappiamo entrambi cosa ha originato quel segnale: l'attivazione dell'Elysium. Dobbiamo agire subito o cadrà nelle mani del nemico." I suoi occhi si ridussero a fessure mentre si fissavano in quelli del Sole Blu. "La autorizzo ad usare OGNI mezzo per recuperarlo. Anche quelle...come si chiamano? Ah già, armature Deathshroud." Lighter si irrigidì visibilmente. Il suo interlocutore, invece, sfoggiò un sorriso quanto più malefico gli era concesso dalla sua protesi alla mandibola. "Esatto, so anche di quelle, Capitano. Dobbiamo raggiungere la fonte del segnale prima degli eretici e degli xeno. Che ne dice di organizzarmi un bel convoglio aereo? Thunderhawk, Stormraven e Stormtalon... Tutti i velivoli che ha a disposizione assieme ai Marine che può fornirmi. Li voglio pronti a partire entro un'ora. Ci siamo intesi?"
   Raphael sentiva l'ira crescergli dentro. Era profondamente irritato dalle parole dell'Inquisitore e dalle sue minacce neanche troppo velate, ma non poteva farci niente: quella serpe teneva il coltello dalla parte del manico, e glielo aveva puntato alla gola con tale maestria che tutto ciò che poteva fare era obbedire come un cagnolino ai suoi ordini e farselo piacere. Maledetta Inquisizione...
   "Ho inteso, Inquisitore. Avrà la scorta che ha chiesto. Però devo chiederle una cosa: il comando del suo incrociatore deve passare all'ammiraglio Malink per poterne fare uso nella battaglia tra la nostra flotta e quella dei Cavalieri di Ultramar." "Ah sì. Ci penserò io a comunicarlo al mio capitano di vascello, non si preoccupi..." Accompagnò le parole con un gesto di sufficienza della mano. "E' tutto? Allora andrò a preparare i miei uomini all'azione. Mi raccomando, Capitano: tra un'ora all'aeroporto con tutto quello che le ho chiesto." Il Sole Blu annuì forzatamente, sempre più infastidito dalla mera presenza di quell'agete "dell'Imperium".
   Mentre stava per uscire, l'Inquisitore si fermò. "Si ricordi il prezzo della disobbedienza, Lighter. Si ricordi cosa c'è in ballo. Non mi deluda." Pronunciò queste parole con la massima noncuranza, senza neanche voltarsi. Il Capitano della Guarnigione della Morte, che era rimasto impassibile di fronte a questa ignominiosa violazione dei diritti e dell'indipendenza di un capitolo di Space Marine, diede un'occhiata di sufficienza a Raphael, per poi seguire il suo padrone fuori dalla stanza.
   Prima che la porta si richiudesse alle spalle dell'Ultramarine, Lighter ebbe la fugace visione di una delle altre guardie dell'Inquisitore: un sole azzurro campeggiante su un'armatura nera e uno sguardo penetrante proveniente dall'abisso più nero.

venerdì 2 dicembre 2016

The "GRAN FINALE" Part 3

Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione.
Fine 4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 1:44

   Il dialogo tra l'inquisitore e il capitano dei Soli Blu avvenne nell'ufficio di quest'ultimo. Gli unici spettatori erano il capitano Taris degli Ultramarine e il cappellano Kadmion dei Soli Blu. I seguiti di entrambi erano stati congedati e mandati ciascuno ai propri alloggi. La cosa aveva particolarmente infastidito Chet, ma onestamente quell'uomo poteva andare a farsi fottere. Con il senno di poi Lighter avrebbe cercato di scavalcare la gerarchia degli Arbitres per mettere sul trono del comando un uomo più competente. Gli stavano già venendo in mente un paio di nomi per sostituirlo, ma tutto ciò divenne di secondo piano non appena arrivati al CGE. Il personale che riempiva la stanza circolare era ridotto al mimino indispensabile per garantire ai suoi membri la possibilità di riposarsi. Alcuni uomini e donne dell'Administratum erano si erano addirittura addormentati alle loro postazioni, troppo stanchi per essere influenzati dalle luci che danzavano nella sala e dal rumore dei cogitator attivi nella sala, nè dal rumore dei servitori che si spostavano da una parte all'altra per portare rapporti e oggetti vari da dentro e fuori la grande stanza. I pochi operatori ancora in piedi si alzarono per salutare il loro comandante e i nuovi venuti, un saluto risposto con cortesia dai quattro membri del gruppetto.
   Non appena furono entrati nell'ufficio, Lighter si avvicinò alla scrivania e schiacciò un pulsante sotto la scrivania. L'inquisitore si accorse del gesto. "Un campo di occultamento? Mi fa piacere vedere che ha cara la segretezza di questo incontro." Le parole furono pronucniate da un sorriso spento. Lo sguardo del capitano si posò sull'uomo di fronte a lui. Come faceva l'inquisitore a sapere della presenza del campo? Non indossava alcun elmo con sensori potenziati e non era passato abbastanza tempo perchè l'Ultramarine potesse avvertire il suo comandante della sua attivazione. O quest'uomo era abituato ad affrontare argomenti del genere con l'ausilio di mezzi di protezione (e vista la natura del suo lavoro, Raphael non aveva dubbi che lo fosse), oppure c'era un altra possibilità: stregoneria. L'inquisitore poteva essere uno psionico, e se fosse stato vero non se ne sarebbe sorpreso neanche più di tanto. Era pratica comune per l'Inquisizione reclutare persone con tali poteri, addestrarle e renderle dei mastini perfetti. Evidentemente Klaus Noel non faceva eccezione.
   "Sono contento che la presenza di questo dispositivo sia di suo gradimento." Fu la risposta diplomatica di Lighter. "Ma prego, si accomodi." Disse indicando le sedie di fronte alla sua scrivania. Noel ringraziò con un cenno della testa e si sedette elegantemente sullo spartano sedile che gli era stato offerto. Taris invece rifiutò cortesemente, dicendo di preferire rimanere in piedi, come d'altronde fece anche Kadmion alle spalle del suo capitano.
   "Cosa la porta su Meghnada II, inquisitore Klaus Noel dell'Ordo Xenos?" Fu la diretta domanda del Sole Blu. Il suo interlocutore assunse un sorriso ancora una volta freddo. "Sa capitano, sono abituato ad essere IO quello che fa le domande. Però la capisco, sa? Quindi le farò la grande cortesia di soprassiedere a questa sua mancanza di forma e le narrerò cosa mi ha portato qui. La prego, si metta comodo, che è una storia molto lunga." La risposta venne data con un tono a metà tra l'ironico e l'infastidito. Poi incominciò il suo racconto, la voce dell'inquisitore resa metallica dalla protesi mandibolare...

   "Pressapoco 50 anni fa, sul mondo di Ilea, appartenente a questo stesso settore, atterrò un gruppo di coloni per civilizzare un pianeta abbandonato dall'Imperium molto tempo prima per motivi sconosciuti. Con il passare del tempo gli abitanti del pianeta aumentarono di numero ed iniziarono le prime trivellazioni per estrarre il promezio dal suolo. Ma non trovarono solo quello. 5 anni fa vennero rinvenute delle rovine aliene sepolte appena sotto il normale livello del suolo. Ciò mise in agitazione la comunità del pianeta, risultando in una richiesta di aiuto che, passata per le mani delle varie istituzioni imperiali, arrivò sulla mia scrivania. Dopo aver letto il rapporto dei coloni, decisi di andare sul posto per effettuare un primo sopralluogo delle strutture, per poterne verificare l'effettivo valore.
   Una volta giunto su Ilea, capii che ciò che era stato rinvenuto richiedeva più di una semplice indagine: andava osservato, analizzato e studiato nella maniera più meticolosa possibile. E così ebbe inizio un lavoro che non ha ancora avuto una fine. Le rovine appartenevano ad un'antica roccaforte dei Necrontyr che il passare dei millenni aveva fatto sprofondare nel sottosuolo. Le cripte di stasi erano per lo più disattivate, i loro occupanti spenti ed inerti da troppo tempo. Ma alcune avevano ancora energia. Estraemmo centinaia di corpi di Necron, conservandone solo i torsi e le teste. Perchè? Mi pare ovvio, per assaporare il dolce frutto della conoscenza aprendo le loro menti aliene alla lettura. Frutto che ahimè, nonostante gli sforzi miei e della mia equipe, ci rimase precluso. Per questo lasciai gli scavi alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarci, e chi trovai fu Ki'Na'Hun. Grazie a lui trovammo un modo per riattivare i Necron, mantenendo la loro coscienza spenta. Il frutto proibito poteva finalmente essere colto.
   Come prima cosa trovammo mappe di Ilea per come era 60 milioni di anni fa. Sovrapponendole con le nostre ottenemmo la locazione di altre necropoli, tutte nello stesso stato della prima. Con l'arrivo di nuovi corpi per gli esperimenti, tutti gli altri dati raccolti vennero mano a mano uniti come a costituire un grande puzzle. Dati su armi, storia e società Necrontyr fluivano ininterrottamente, assieme alla posizione di altri pianeti della stessa dinastia. Alcuni di questi risultarono introvabili, scomparsi o distrutti; altri invece furono trovati e l'Inquisizione si sta prendendo cura dei loro abitanti dormienti. Ma il ritrovamento più interessante avvenne pochi mesi fa in quella che identificammo come la capitale del pianeta: in una cripta nascosta nelle profondità più recondite delle rovine aliene trovammo una cripta di stasi contenente tre Cryptek, quelli che noi definiremmo gli scienziati dei Necron. Le prime due risultarono inutili, gli occupanti corrotti dal tempo, ma la terza... Estraemmo il Necrontyr e lo sottoponemmo allo stesso trattamento di tutti gli altri. Ciò che ne ricavammo furono due nomi e la descrizione di un'arma. Il primo era "NEFER" ed apparteneva alla dinastia che dominava su questo pianeta e sugli altri da noi scoperti. Il secondo nome era "ELYSIUM", l'arma di cui le ho appena accennato. Non riuscimmo a scoprire molto di più, se non che era un qualcosa dotato di un enorme potere e la sua ubicazione."

   Calò il silenzio nella stanza. A prendere la parola fu Lighter. "Posso dedurre che il motivo per cui lei si trova qua assieme al suo seguito sia proprio quell'arma." L'inquisitore fece un cenno di assenso. "E che abbia buone ragioni per pensare che questo "Elysium" si trovi su Meghnada II." Quello che si aprì sul viso di Klaus Noel non poteva che essere definito un ghigno.
   "Non lo credo soltanto, ne ho le prove. Negli ultimi dati da noi ricavati si evinceva che il pianeta su cui ci troviamo fosse anch'esso un mondo tomba, e visti gli ultimi sviluppi direi che ciò è evidente." Si adagiò più comodamente sulla sedia. "Sarò onesto, non sapevo che fosse scoppiata la guerra, solo che si era persa comunicazione con il pianeta. E al mio arrivo cosa trovo? Due razze aliene che combattono sulla superficie del pianeta contrapposte a due schieramenti diversi di Astartes, uno scomunicato dai miei stessi colleghi e l'altro sempre sotto stretto controllo per via delle sue devianze dal Codex Astartes." Gli occhi neri dell'inquisitore si fissarono in quelli del Sole Blu. "Direi che questo assembramento di forze basta per rendere evidente la presenza di qualcosa di estremamente importante qui. Peccato non averlo saputo prima!" Scrollò le spalle. "Avrei potuto chiedere più rinforzi. Non credo mi basteranno gli Astartes del mio seguito, per quanto straordinari. Quindi avrò bisogno della sua collaborazione, capitano. Volontaria o forzata che sarà. Spero abbia compreso bene."
   Raphael si prese un attimo per ponderare bene le parole di Klaus Noel, lanciando anche un'occhiata a Kadmion. Anni vissuti assieme e innumerevoli battaglie gli fecero capire che il cappellano la pensava come lui. Gli era evidente l'importanza di localizzare quest'arma prima che cadesse nelle mani sbagliate. Ma quelle dell'inquisitore erano forse migliori? Chissà cosa ci avrebbe fatto... Il racconto ometteva molti particolari e ne metteva in risalto altri.
   "Ho una domanda per lei: quante leggi imperiali ha dovuto infrangere per portare avanti le sue ricerche? Non credo che i tecnopreti di Marte abbiano saputo di queste sue scoperte. Inoltre, usare un alieno come aiutante non è visto di buon'occhio da molti dei suoi colleghi. Quindi cosa mi assicura che aiutandola non metterò a rischio la purezza dei miei fratelli agli occhi delle alte autorità?" Si protese verso il suo interlocutore. "Cosa mi impedisce di arrestarla per tradimento e consegnarla alle autorità imperiali una volta terminata questa guerra?"
   "Perchè, mio caro, la vostra alternativa è l'estinzione." Anche lui si protese sopra la scrivania, portando la propria faccia ad un palmo di quella del capitano. Il tono della voce era freddo e contenente una non-velata minaccia. "Credete che nessuno si sia accorto dei vostri rapporti di reclutamento modificati? Che la presenza di cinquecento Astartes in più all'interno del vostro capitolo sarebbe passata inosservata? Andiamo Raphael, la credevo più furbo."
   I muscoli di tutto il corpo del Sole Blu si irrigidirono dalla testa ai piedi. Se l'inquisitore era a conoscenza di questa cosa allora non sarebbe passato molto tempo prima che lo sapessero altri, che venisse istituita un'indagine ufficiale e che i Soli Blu avrebbero pagato caro questo affronto all'autorità imperiale. Noel riprese a parlare dopo essersi riseduto comodo.
   "Per il suo aiuto volontario sono disposto a deporre a vostro favore, decantando la grande lealtà del suo capitolo e coprendola di onori. Agli occhi del settore, lei diventerebbe un grande eroe. Magari, con il tempo, anche il successore di Yark Solar alla guida dei Soli Blu. Se mi metterà i bastoni tra le ruote in un qualsiasi momento, potrei non essere così benevolo..."
   Era in trappola. Doveva accettare, per quanto non si fidasse dell'inquisitore. I Soli Blu non potevano permettersi un'indagine ufficiale, sia per il numero di Astartes in più che per altri motivi... Doveva preservare il capitolo ad ogni costo.
   Lighter si alzò in piedi e si mise di fronte a Noel. Torreggiava su di lui, ma non un'ombra di tensione attraversò il volto dell'altro. Con la coda dell'occhio vide Taris irrigidirsi. Dall'altra parte della stanza Kadmion manteneva un'espressione granitica. Porse la mano all'inquisitore. Quello si alzò in piedi e la strinse.
   "Bene, vedo che è in grado di ragionare. Avrei preferito una risposta verbale, ma capisco che la situazione deve risultarle molto fastidiosa. Ora le chiederei il permesso di andarmene nelle mie stanze, capitano. Sono piuttosto stanco... Confido che al mio risveglio troverò tutti i dati necessari per la mia ricerca a disposizione mia e del mio staff." Lasciò la mano e si avviò alla porta, seguito a ruota dall'Ultramarine. "Ah già, è inutile che le chieda il permesso per andarmene. Riposi bene, Raphael Lighter." E con un ultimo ghigno se ne uscì dalla stanza, lasciando i due Astartes soli con i propri pensieri.
   Lighter si voltò verso Kadmion dopo che i due ebbero chiuso la porta alle proprie spalle e si furono allontanati. "Hai registrato tutto?"
   "Non ho perso una parola." Un lieve sorriso increspò le labbra del cappellano.

martedì 22 settembre 2015

The "GRAN FINALE" Part 2

Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione.
Fine 4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 15:15

   La stanza in cui si trovava non era stata costruita pensando ad un individuo della sua stazza. I muri, precedentemente adornati da onoreficenze ed opere d'arte, erano ricoperti da mappe piene di segni e da rapporti da unità dislocate sul territorio. Finestre non ce n'erano mai state, anche perchè metterle in una stanza 150 metri sotto il suolo sarebbe stato difficile. L'unica porta dava sul cuore pulsante del CGE, luogo dove veniva tenuta sotto controllo la situazione a livello planetario, nonchè mantenute le comunicazioni con la flotta orbitante. Gli unici pezzi d'arredamento presenti nell'ex ufficio dell'Alto Maresciallo erano una scrivania ingombra di fogli e degli schedari stracolmi nella parte più lontana dalla porta.
   Sull'unica sedia della stanza sedeva Raphael Lighter, capitano della V compagnia dei Soli Blu, impegnato nello studio degli ultimi rapporti provenienti dal fronte. Ad Est il Bibliotecario Brandiel aveva preso il controllo del manufactorum "Magna Manus", sconfiggendo le orde Tiranidi perdendo pochi uomini. Il Techmarine Maechios, apprendista del Maestro della Forgia Ephaestus, era andato sul luogo per rendere di nuovo produttiva la struttura, sostituendo Brandiel, nuovamente impegnato in un'offensiva contro la Grande Divoratrice. Il rapporto successivo trattava di un attacco subito dal manufactorum, ad opera dei Tiranidi, respinto senza troppe difficoltà.
   Raphael posò i fogli sul tavolo e si passò una mano sul cranio rasato, detergendo la fronte dalle gocce di sudore causate dall'ambiente caldo e chiuso della stanza. Si alzò in piedi e, cercando di mettere in moto muscoli fermi da troppe ore, si mise a camminare per la stanza, dirigensosi verso l'unica porta. Prima ancora che potesse aprirla, questa fu spalancata da fratello Amoch, lo Space Marine addetto alle comunicazioni con l'incrociatore leggero classe Endevour "Figlia del Barbaro". Il frastuono delle voci dello strategium entrò nell'ufficio.
   "Capitano." Ad accompagnare la parola aggiunse un breve inchino. Lo sguardo era preoccupato. "Abbiamo ricevuto notizie dalla flotta dell'avvistamento di un incrociatore solitario che si dirige verso questo pianeta." Prima ancora di finir di parlare, porse un d-pad al suo interlocutore.
   Un brivido percorse la schiena del comandante. "Un incrociatore solitario?" sbottò Lighter nello stesso momento in cui accettava l'oggetto dalle mani del suo subordinato. "E' imperiale o alieno?" chiese scorrendo velocemente i dati sul piccolo schermo.
   "Imperiale, capitano." Rispose Amoch, spostando il proprio peso da un piede all'altro, come se la natura stessa dell'astronave in arrivo lo mettesse in grande agitazione. E poche erano le cose che potevano agitare un Astartes.
   "E cosa ci fa un'astronave imperiale da sola in una zona di guerra senza aver prima mandato un messaggio tramite i suoi astropati?"
La risposta gli venne contemporaneamente dal d-pad e dall'uomo in piedi davnti a lui.
   "E' l'Inquisizione, capitano."
   Il caos dello strategium si zittì alle orecchie di Raphael.

Il giorno dopo...

Pianeta: Meghnada II
Luogo: aeroporto "Santa Sabbat" di Bolitres, riadattato come punto d'attracco orbitale per i mezzi di rifornimento da e verso la flotta orbitante di liberazione.
Fine 4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 23:49

   Non ci sarebbe stato alcuna festa di benvenuto, nè canzoni per elogiare le geste degli ospiti in arrivo. L'arrivo della nave dell'Inquisizione era stato un fulmine a ciel sereno. Poche erano state le informazioni scambiate tra la flotta dei Soli Blu e la solitaria nave, qualsiasi delucidazione sul perchè questi servi dell'Imperium si fossero recati in questo settore ritardata ad un incontro privato tra l'Inquisitore e il capitano degli Space Marine.
   L'astronave ci aveva messo un giorno per arrivare in orbita attorno a Meghnada II, e una volta raggiunta la posizione corretta era iniziato lo sbarco del personale di terra assieme a tutta la loro attrezzatura. Per ultima era discesa la Thunderhawk personale dell'inquisitore, un aeromobile bianco con la "I" dell'inquisizione in rosso ben evidente sulle sue ali e sulle sue fiancate. Sulla piattaforma di atterraggio si trovava un piccolo gruppo di persone, tra Astartes ed alti funzionari del luogo. Ai suoi bordi era schierata una linea di Arbitres pronti ad intervenire. Insieme a Lighter vi erano il cappellano Kadmion, guida spirituale della V compagnia, l'alto maresciallo Nicolau dell'Adeptus Arbitres e il contrammiraglio Eidol. Presenziava anche l'alto ecclesiarca Von Gau, capo della chiesa dell'Imperatore su Meghnada II. Il capo dal lato dei Soli Blu, si intende.
   Mentre il velivolo completava le manovre di atterraggio, posizionando la rampa frontale in modo da far scendere i suoi passeggeri direttamente verso coloro che li stavano aspettando, Raphael si rivolse a coloro in piedi vicino a lui. "Signori, vi prego di ricordare che il nostro ospite è un membro della Santa Inquisizione, quindi vi consiglio di tenere a freno le vostre lingue quanto più possibile e parlare solo se richiesto." Fece una breve pausa. "E lei, alto maresciallo, dovrà controllarsi più di ogni altro. Gli inquisitori non sono benevolenti come me".
   Ciò a cui si stava riferendo era un evento successo pochi giorni prima. Per ordine dello stesso Nicolau alcuni Arbitres erano stati mandati, di notte, a rubare le scorte degli ufficiali della Marina Imperiale solo perchè il loro capo era invidioso del trattamento che questi ricevevano da parte degli Astartes rispetto a lui. Purtroppo per lui, questi uomini erano stati beccati e avevano subito confessato il tentativo di compiere il misfatto, ponendo l'alto maresciallo in una posizione scomoda. Lighter, dal canto suo, per evitare la nascita di troppi dissapori tra i ranghi del suo esercito, aveva deciso di insabbiare la faccenda. Se però fosse successo ancora qualcosa del genere, sarebbero stati presi provvedimenti seri. Molto seri.
   Nicolau Chet si mosse a disagio nella sua alta uniforme. "Non me ne dimenticherò, capitano. La ringrazio dell'avviso." Fu la risposta pronunciata a denti stretti.
   Come se aspettasse solo la fine di questo scambio di battute, il portellone della Thunderhawk si aprì, facendo uscire dal suo interno sei sagome in armatura nera. Sei sagome di Space Marine, membri della Guarnigione della Morte. Divisisi in due gruppi da tre, si posizionarono ai lati della rampa come picchetto d'onore per l'inquisitore. Dei sei, solo tre simboli erano visibili dal punto di vista di Lighter: Templari Neri, Salamandre e Carcharodons. Tutti capitoli famosi, rinomati per le loro grandi abilità marziali. La sua attenzione poi si concentrò su chi stava scendendo dall'aeromobile. L'inquisitore vestiva un'armatura potenziata di ceramite nuda, un mantello bianco e decorazioni rosse sui bordi dei vestiti, anch'essi candidi come la neve. Sottobraccio teneva un elmo con una grande "I" rossa sopra, al fianco una spada potenziata degna del suo rango. I capelli erano biondi e tagliati corti, gli occhi di un nero profondo. Il naso aguzzo era stato spezzato in più punti, mentre la mascella era sostituita da una protesi meccanica dalla finitura elegante. Portava un paio di grandi baffi biondi e sulla fronte il marchio dell'inquisizione. Il fisico era imponente, segno di un uomo che non stava solamente seduto dietro una scrivania. Alla sua destra marciava un prete dall'aspetto trasandato che cercava di darsi un contegno. Forse il confessore dell'inquisitore? Alla sua sinistra arrancava una grossa scimmia dalla pelliccia rossa e dagli occhi di un blu alieno, con le dita adornate da anelli magnificamente lavorati. La tensione nell'aria alla vista del trio crebbe enormemente, poi il suo membro più importante parlò con voce quasi meccanica ma comunque dotata di colore.
   "Salute a voi, signori. E' una bella notte per sbarcare su un pianeta, non credete?" Queste furono le prime parole dell'inquisitore, pronunciate probabilmente per ammorbidire la dura atmosfera.
   "Invero lo è. Benvenuto su Meghnada II, Inquisitore. Sono Raphael Lighter dei Soli Blu, capitano della V compagnia nonchè capo di questa spedizione." Fu la risposta di convenienza dell'Astartes. "Questi che sono con me sono il cappellano Kadmion, membro del Reclusium del mio capitolo; l'alto maresciallo Nicolau Chet, comandante in capo degli Arbitres fedeli all'Imperatore; il contrammiraglio Eidol Baris è qui in rappresentanza dell'ammiraglio Malink, attualmente impegnato a controllare la flotta orbitante; l'alto ecclesiarca Bern Von Gau, rappresentante della volontà dell'Imperatore nonchè protettore della fede dei Suoi cittadini qui su Meghnada II." Ad ogni nome e ad ogni titolo seguirono i consueti inchini in onore del visitatore, il quale ricambiò cordialmente ogni omaggio.
   "E' un grande piacere per me conoscere tutti voi, signori. Sono l'inquisitore Klaus Noel dell'Ordo Xenos, e vengo qui su Meghnada per porre fine alle minacce dei nemici che stanno bussando alla vostra porta." Le parole furono accompagnate da quello che poteva sembrare un sorriso. Difficile capirlo... "Questo è padre Petrus, mio confessore nonchè mio aiutante nelle questioni riguardanti la nostra grande Ecclesiarchia." L'uomo emise un saluto quasi gutturale e si inchinò maldestramente. Per quanto i suoi vestiti fossero pultiti e lui stesso tirato a lucido al meglio delle sue possibilità, si intuiva che sia loro che il loro portatore avevano visto giorni migliori. Il fisico rispecchiava quasi quello dell'alto maresciallo, cioè un corpo pingue, ma privo di quella mollezza propria di Nicolau. "Quest'altro è Ki'Na'Hun, un Jokaero al mio servizio da molto tempo." La scimmia sembrava possedere modi più garbati del prete, visto che si esibì in una complicata riverenza per ognuno dei presenti.
   Nel frattempo la sua guardia d'onore si era riposizionata alle sue spalle. Ora erano visibili anche i simboli capitolari degli altri tre Space Marine. Quello che chiaramente era il capitano portava le insigne degli Ultramarine, un altro apparteneva al defunto capitolo delle Falci dell'Imperatore e l'ultimo...aveva un sole blu in campo bianco. Era un suo confratello.
   "Vi presento il capitano Taris degli Ultramarine e la sua unità, tutti membri della Guarnigione della Morte al mio comando." La sua voce tradiva punte di orgoglio nonchè di pretenziosità, come se volesse dimostrare di essere abbastanza influente da avere al suo seguito addirittura una squadra di Astartes. "Assieme a lui abbiamo i fratelli Vul'Ter delle Salamandre, Sanguis dei Carcharodons, Nitral delle Falci dell'Imperatore, Bernhart dei Templari Neri ed anche un vostro confratello, capitano: Emaric dei Soli Blu." L'intera squadra alzò le proprie armi in saluto ad un cenno del loro capitano, e sia Lighter che Kadmion fecero lo stesso.
   "E' un onore fare la conoscenza di membri di tanti capitoli diversi uniti sotto un unico scopo, un'unica bandiera." Disse Raphael. "E' un onore per noi conoscere un capitano tanto rinomato quanto lei, Lighter dei Soli Blu. Ho trovato ispirante la sua vittoria su Savla contro le forze del Caos. Ha dato un po' di pace ad un sistema oberato dal peso della guerra da troppi anni." Rispose Taris.
   L'Astartes rimase un po' spiazzato da questo complimento improvviso. "Mi fa piacere che lei conosca la battaglia di Savla. Potremmo anche parlarne, se volesse. Qui con noi abbiamo il fautore di quella memorabile vittoria," Indicò Eidol. "ma ahimè, c'è la guerra su questo mondo. Presumo che la vostra presenza qui non sia casuale. O mi sbaglio?" I suoi occhi vagarono sui suoi nuovi ospiti, fermandosi sull' inquisitore.
   Tutta l'attenzione di Klaus Noel si concentrò su Lighter. Era come se i suoi occhi neri come le profondità dello Spazio stessero cercando di sondare l'anima del capitano. "Ha ragione, Sole Blu. Non sono qui per caso. Ma la prego di rimandare a domani qualsivoglia riunione avesse intenzione di tenere non appena fossi sbarcato. Non è nè il momento nè il luogo per parlare di certi argomenti. E neanche il pubblico è appropriato." Ogni traccia di calore era scomparsa dalla voce dell'inquisitore.
   Lighter ricambiò lo sguardo penetrante con i suoi occhi rosso fuoco. "Ci terrei ad essere informato al più presto delle vere ragioni della sua visita qua su Meghnada. Ho una guerra da mandare avanti, uomini fedeli all'Imperatore muoiono ogni giorno. Prima mi dirà cosa la porta qui, prima potremo fare in modo che tutto sia finito a vantaggio suo e mio. E spero che possa darmi informazioni utili per combattere i nostri nemici, che qui su Meghnada sembrano più numerosi e agguerriti che mai." Fu la risposta stizzita di Lighter. Il consiglio che aveva precedentemente dato ai suoi compagni non valeva per lui. Lui era un Astartes, fiero ed indipendente. Non sarebbe stato di certo dichiarato eretico solo per aver parlato male a qualcuno.
   "Va bene." Concesse l'inquisitore. Tenne gli occhi fissi sul Sole Blu. "Avevo immaginato che i fatti avrebbero preso questa piega. Le dirò tutto ciò che le compete sapere ma non una parola di più. E ora ci porti al suo strategium. Abbiamo molte cose di cui parlare."

lunedì 6 aprile 2015

The "GRAN FINALE" Part 1


Pianeta: Meghnada II
Luogo: Manufactorum "Magna Manus" presso città di Outanvr
4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 6:58

  
Quando si trovava in questo stato, non sapeva esattamente chi fosse e dove fosse. Era già difficile tenere a mente il suo obiettivo, il suo scopo... quale era? I pensieri si accavallavano, immagini della sua infanzia, della sua giovinezza, di quando le stelle erano giovani e il warp già vecchio. Un flusso ininterrotto di sensazioni minacciavano di travolgere il suo ego, la sua anima, ma era troppo navigato per lasciarsi sopraffarre. Sei decenni ad ammaestrare le selvagge e caotiche forze del warp lo avevano addestrato a questo e molto altro... però diamine, non ricordarsi il proprio nome era sempre frustrante! La realtà cercava sempre di sfuggirgli. Demoni invisibili dalle dita intangibili artigliavano la sua coscienza per potersene cibare.
   Ma in quel momento no. Il loro tocco sembrava la carezza di un amante la mattina appena svegli. "No..." Questo ricordo non era suo. Ecco, il loro tocco sembrava il piacevole tepore del sole (quale sole? Quale dei tanti?) quando bacia la pelle di chi gliela concede. In quel momento un'altra forza si contendeva il suo spirito: qualcosa di orrendo, mostruoso, grande e piccolo, affamato di carne, sangue, terra, aria, acqua... La "Grande Divoratrice", ecco il nome attribuitogli da... chi? Non aveva importanza. Lei era lì, lo sentiva, lo annusava. Trepidava al solo pensiero di cibarsi della sua anima. Peccato, l'avrebbe trovata indigesta.

   Il risveglio fu brusco. Entrare in contatto con la Mente dell'Alveare non era mai facile, staccarsi ancora meno. Gemme di sudore gli imperlavano la fronte e la folta chioma bruna. Il cipiglio cattivo che aveva assunto venne subito sostituito dalla sua, solitamente, serafica espressione. Ma lo sguardo era persorso da una scarica di nervosismo. "Stanno arrivando." Avvicino il suo comm-link al volto, premette l'interruttore e disse: "Qui è il comandante, convocate allo strategium i sergenti delle squadre presenti nella struttura." "Sì, signore. Sarà fatto immediatamente." replicò la voce gracchiante di uno dei suoi servitori.
   Brandiel, bibliotecario della V compagnia dei Soli Blu di stanza su Meghnada II, si rivestì dell'armatura potenziata, prese il suo bastone e uscì dalla sua stanza. Si trovava nel grande complesso di "Magna Manus", uno dei due manufactorum della città di Outnavr. L'intera fabbrica, rimasta nelle grinfie della flotta alveare fino a pochi giorni prima, era rimasta intatta... e miracolosamente funzionante. I macchinari tuttavia erano più usurati di quello che gli ultimi rapporti forniti alla sede della "Maxel&Co." (la grande società proprietaria di metà delle fabbriche del continente) attestavano. Inoltre mancavano molte tonnellate di materiale produttivo e molti locali, al momento della messa in sicurezza dell'edificio, presentavano chiari segni di una recente attività umana: barattoli di cibo vuoti, coperte, capi di vestiario, escrementi... tutto faceva presupporre che la catena di montaggio fosse stata tenuta in funzione da qualcuno. Ma chi sarebbe stato così pazzo da mandare avanti una fabbrica sapendo che fuori dalle proprie mura era in corso un'infestazione tiranide? Brandiel aveva lasciato queste domande a chi aveva il tempo di porsele.
   Come capo della spedizione militare adibita alla riconquista di questo territorio doveva preoccuparsi dell'epurazione aliena. Avevano respinto gli sciami metro per metro fino al manufactorum, centinaia di organismi tiranidi erano stati inceneriti per prevenirne il riassorbimento. Ora si trattava di concludere l'opera.
   Percorrendo corridoi semi-bui a causa della scarsa manutenzione del posto, Brandiel giunse nella sala conferenze del centro produttivo. Lì era riunito il suo personale strategium. I sergenti Rant, Serkin, Balatus e Ophirium da lui convocati lo stavano aspettando. Con loro vi era Artemides, colui che guidava la squadra di armature corazzate centurion fornitegli dall'arsenale del capitolo dal vecchio Ephaestus. Dopo aver eseguito i saluti di rito, la riunione poté cominciare.
   "Signori, spero non signore, ci sarà un cambio di programma per la passeggiata di oggi. Ho percepito svariate creature che si dirigono nella nostra direzione con intenti tutt'altro che amichevoli. Se siamo rapidi riusciremo a cogliere impreparate le forze avversarie prima che raggiungano le nostre posizioni. Nessun veicolo sarà a nostra disposizione, solo i due piedi che il Santo Imperatore ci ha donato." Sfornò un sorriso che sperava di essere tranquillizzante, ma non ci riuscì. La tensione sui volti dei suoi uomini era palese, specialmente su quello di Balatus, recentemente promosso al rango di sergente devastatore dopo la morte del suo predecessore. Fu infatti il primo ad esprimere un qualche dubbio.
   "Bibliotecario Brandiel, con tutto il rispetto, non credo che la mia squadra sia la più adatta a prendere parte ad una missione come questa. Sa bene che siamo tutti poco più che reclute appena insignite dell'onore di indossare l'armatura potenziata. Non posso garantire che reggeremo, non dopo la così improvvisa perdita del sergente veterano Uthor!" Uthor, povero diavolo. Il motivo per cui Balatus era così preoccupato era la paura di finire come lui, scomparso da un momento all'altro nelle foreste vicine all'impianto. Un uomo così grosso e così forte inghiottito senza emettere un suono... Ma Brandiel non aveva tempo di piangere i caduti o di prendere a sculacciate quei devastatori in erba per insegnarli la disciplina. Gli servivano subito.
   "Apri quelle orecchie, sergente Balatus. La decisione su chi sia o non sia pronto per un'azione del genere spetta a me e solo a me, in questo momento. Chiaro?" "Sì signore, non intendevo certo di mancarle di rispetto..." fu l'impacciata scusa del Sole Blu.
   "Bene, ora che questo è chiarito... Rant, Serkin: equipaggiate le vostre squadre tattiche con lanciafiamme e lanciamissili, assicuratevi che ogni lama sia ben affilata e che ogni Requiem spari dritto. Balatus, Ophirium: ciascuno di voi prenda quattro lanciamissili per i suoi Marine e recuperi anche un po' di quelle munizioni sub-nucleari che sono tanto care al maestro della forgia Ephaestus, serviranno sicuramente contro i bestioni che presto incontreremo." La risposta univoca dei quattro fu "Sarà fatto, bibliotecario Brandiel". Lasciarono la stanza per preparare i loro uomini... macchè, i loro super-uomini alla battaglia. Lo psionico rimase solo con Artemides. "Tu Artemides dovrai equipaggiare i tuoi esoscheletri con Requiem uragano e Requiem pesanti, servirà un po' di fuoco anti-fanteria, ne sono certo." "Bibliotecario, vado a prepararmi alla battaglia." Un cenno e via, anche lui attraversò la porta scorrevole della stanza.
   Brandiel rimasto solo esaminò la mappa della zona appesa sulle spoglie pareti, approfittando dell'assenza di qualsivoglia mobilio per scrutarla da ogni angolazione possibile. L'attacco sarebbe giunto da sud-est, dunque era necessario andare in direzione est per aggirarlo e colpirne le reni. Il luogo dello scontro sarebbe stato una piccola stazione energetica adibita al rifornimento dell'impianto.
   Un'improvviso flusso di ricordi e sensazioni aggredì la mente di Brandiel. Immagini di uomini al lavoro, macchine in funzione... le urla... un'immensa voragine... l'arco di una lama... il dolore... il sangue... "No, no... nonononono... non voglio morire, non voglio MORIREE!!" La visione cessò in un turbinio di sangue. Il bibliotecario giaceva sulle proprie ginocchia, il respiro corto. Quello era l'eco psionico della morte di un umano toccato dal Warp. Forse si era creato un legame durante il contatto con la mente dell'alveare. Difficile essere certi di queste cose, il warp è volubile e non sempre rispetta regole prestabilite o un ordine preciso. Una cosa era certa: si stava per recare in un posto di sofferenza. "Non è sempre così?" Lasciò velocemente la stanza. C'erano dei preparativi da mandare avanti. C'erano alieni da uccidere e bruciare. Ma un pensiero gli rimase in testa, come un chiodo impossibile da rimuovere: perchè fianco a fianco ai predoni umani aveva visto delle figure tiranidi?

mercoledì 1 gennaio 2014

Bloody Dawn

Pianeta: Meghnada II
Luogo: Spazioporto "Luce di San Gervasius" presso città di Outanvr
4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 5:46

   "Due minuti all'arrivo sul campo di battaglia." I commlink di ogni passeggero crepitarono per qualche secondo ripetendo le parole del pilota.
   "Pronti allo sbarco, Marine!" Il simbolo del sole blu raggiante risaltava sugli spallacci dei presenti e sulla carena della Stormraven. Dieci Veterani dell'Avanguardia dei Soli Blu aspettavano pazienti che il portellone di sbarco frontale si aprisse per potersi scatenare su quegli sporchi eretici dei Cavalieri di Ultramar. Dieci Space marine più uno: Raphael Lighter. Il capitano della V compagnia aveva deciso di scendere in campo personalmente durante la conquista dello spazioporto, e così era stato. Dopo le prime scaramucce le sue forze erano riuscite ad aprirsi un varco nelle lacunose difese esterne della struttura, penetrandovi a fondo. Era stato troppo facile, la trappola era certa ed ora è scattata. Un contingente di moto, guidate dal capitano Hauser e supportate da alcune aeronavi da trasporto, era sbucato all'improvviso per colpire duro ed in fretta. Lighter fortuitamente si trovava già in volo con la sua squadra di Veterani e il Dreadnought corazzato "Bellos" quando il pilota aveva ricevuto la richiesta di aiuto di Ephaestus, il quale si trovava nelle linee difensive provvisorie a Nord  per fare un sopralluogo delle strutture.
   I motori a reazione erano spinti al massimo, nessun ritardo sarebbe stato concesso. Lighter sapeva di aver a che fare con degli ottimi tattici, ma non si aspettava una contromossa dei Cavalieri di Ultramar così repentina. Negli ultimi minuti aveva ricevuto diverse altre comunicazioni che parlavano di un assalto su tutti i fronti delle prime conquiste Lealiste.
   "Un minuto all'arrivo sul campo di battaglia." Pochi cenni d'intesa e la squadra era pronta. Veterani con almeno un centinaio di anni di combattimenti alle spalle preparavano in silenzio rituale pistole e lame. Nel commlink proruppe un'imprecazione confusa e monotona: era Bellos che si lamentava. Non era facile da accettare per un Dreadnought essere trasportato come un bidone da un mezzo che si poteva schiantare o essere schiantato da un momento all'altro.
   "Nemico agganciato!" Il cannone d'assalto della Stormraven iniziò ad eruttare una valanga di colpi, seguito dallo schiocco del Multitermico di prua e dal rombo di un missile in partenza. Non furono pochi i colpi che rimbalzarono sulla carena del velivolo, lasciando come traccia del loro passaggio soltanto graffi.
   I motori diminuirono la potenza. I freni aerodinamici erano tesi al massimo. Un attimo ancora e il carico di morte che il velivolo trasportava si sarebbe riversato nella pugna. Un attimo ancora... il portellone si abbassò.
   L'odore del sangue, del fuoco, della terra investi il compartimento stagno. Pochi secondi e la squadra veterana era schierata. Lighter scese per ultimo, prendendosi il tempo di scrutare il campo di battaglia. Pochi erano i suoi marine ancora in piedi, i più giacevano a terra menomati, feriti... morti. Per un breve attimo scorse la figura di Ephaestus intenta a porre fine alle sofferenze di alcuni traditori, per poi venire inghiottito da una nuvola di polvere. Esattamente davanti a Raphael e alla sua squadra stava il gruppo comando del capitano Hauser al completo a cavallo delle proprie moto. Nessun bersaglio poteva essere migliore per vendicare i Soli Blu caduti quel giorno.
   "Per Meghnada! CARICA!" L'ordine era stato dato. Quelli della squadra veterana furono i movimenti fluidi e compassati di chi è abituato a questo genere di cose. Il fuoco di reazione del nemico non bastò a fermarli. Il corpo a corpo era incominciato!
   Lighter superò di salto la barricata e ancor prima di atterrare si trovò a fronteggiare la canna di un Requiem puntata alla sua testa, ma il possessore non fu abbastanza veloce da premere il grilletto. Un maglio potenzito gli strappò il fucile, un altro il polso. L'attimo dopo una moto giaceva per terra e il suo cavaliere poco distante, disarcionato e lasciato in balia del nemico.
   Hauser, resosi conto della minaccia che Lighter costituiva, diede di gas e, falciando un veterano lealista, si portò davanti a Lighter. La sua lama reliquia calò e... fu parata. Il coraggioso capitano dell'Imperium aveva visto il movimento dell'eretico, intercettandone il fendente con un guanto prima che questo raggiungesse la testa scoperta.
   Mentre la guardia di Lighter era impegnata a sterminare gli avversari tra i due capiani venne ingaggiato un aspro combattimento. Tra colpi di spada, pugni e parate con lo scudo entrambi i capitani avevano subito diversi danni, lasciando soprattutto Hauser indebolito e malsicuro sulla sua moto. Con un ultimo disperato sforzo il reietto si lanciò in un ultimo assalto. La sua grande spada penetrò nelle difese di Lighter raggiungendo l'attaccatura della spalla sinistra. Allora la trappola si chiuse.
   Afferrata la sacra lama con la mano sinistra, ormai indebolita, e compiendo una giravolta riuscì a strapparla dalle mani del nemico e una volta completato il giro arrivò di gran carriera il pugno destro sullo scudo dell'avversario, che non resistette all'urto. Frantumata l'ultima protezione, Hauser si vide ormai condannato. Un colpo di ascia potenziata gli ruppe il motore della moto, una gragnuola di spade a catena fece il resto del lavoro.
   Gravemente ferito e stordito, il capitano traditore fu salvato dalla provvidenziale carica dei suoi motociclisti che, nonostante le perdite, riuscirono a strappare il loro comandante dalle braccia degli Angeli della Morte. A quel punto Lighter si diede al loro inseguimento, sapendo però di non poter competere con la velocità dei suoi nemici. Guardatosi intorno per carcare un altro bersaglio, individuò un gruppo di esploratori nemici nascosti in una rovina poco distante.
   "Squadra, a me! Pronti alla carica! Nemici ad ore 10, pronti al combattimento corpo a corpo." Con la loro consueta prontezza di riflessi, i suoi Space Marine si fiondarono verso i cinque novizi eretici. Il combattimento fu tanto rapido e brutale che non vale la pena di raccontarlo, i difensori non riuscirono ad opporre alcuna resistenza.

Pianeta: Meghnada II
Luogo: Spazioporto "Luce di San Gervasius" presso città di Outanvr
4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 6:13


   Le squadre di soccorso lavoravano alacremente. La battaglia era stata veloce e brutale, non aveva lasciato scampo neanche ai più forti tra i suoi uomini. Dopo la ritirata del nemico verso le proprie posizioni quello che era rimasto era solo morte e distruzione. I corpi di Space Marine di ambo le fazioni giacevano riversi sul terreno. Molti erano quelli che nonostante le ferite si sarebbero salvati ma sarebbero potuti tornare a combattere solo dopo mesi di riabilitazione e dopo l'installazione di protesi bioniche.
   Lighter coordinò come sempre in prima persona le operazioni. Era lì quando Ephaestus fu portato via con i feriti più gravi sulla Stormraven. Il Maestro dell Forgia aveva perso praticamente metà del corpo a causa del colpo di multitermico di un Dreadnought nemico. Eppure, viveva ancora. Forse era merito della benevolenza dell'Imperatore, forse del Dio Macchina, forse la semplice forza di volontà del Tecnoprete stesso... ma non aveva importanza in questo momento.
   "Amico mio, sopravvivi. Mi servirai ancora in questa guerra, hai ancora un compito da terminare."
   "Lighter... io... resisterò e... tra... poco... tornerò a combattere..." Sorrise mentre lo caricavano nel retro del velivolo.
   Persino fratello Bellos era stato gravemente danneggiato dopo essere sbarcato dal velivolo. La sua riparazione, viste le ferite del Techmarine anziano, avrebbe richiesto molto più tempo di quello che avevano a disposizione...
   Aiutati i feriti, venerati i morti, il capitano dei Soli Blu dovette decidere cosa fare per lo spazioporto. Continuare l'offensiva non sarebbe stato possibile, la falla creata dall'assalto motorizzato del nemico era troppo grande per poter essere nuovamente rinforzata in tempi brevi... Presa la decisione, aprì il canale radio con il quartiere generale.
   "QG qui è il capitano Lighter che parla. Trasmettete questa comunicazione a tutte le nostre truppe sul fronte di Outanvr. Il fronte dello spazioporto deve riepegare, le posizioni non possono essere mantenute. La ritirata deve essere portata fino alla seconda linea di difesa. Fino a che non saremo riusciti a riorganizzarci non attaccheremo le posizioni dei Cavalieri di Ultramar. Ripeto: ripiegate fino alla seconda linea di difesa."
   A quella comunicazione ne seguirono altre ancora, alcune di protesta altre per definire i dettagli dei nuovi ordini. Raphael fu pervaso da un leggero sconforto: anche questo attacco contro i Cavalieri di Ultramar (sebbene i suoi uomini avessero tenuto le posizioni meglio delle altre volte) si era rivelato un fallimento. Però in lui si riaccese subito una fiamma... quella della rabbia e del disprezzo. Il ricordo dei novizi nemici massacrati con immensa facilità gli tornò alla mente. Dopo settimane di guerra e spionaggio avevano scoperto alcuni canali di comunicazione criptati del nemico; sintonizzò il suo comunicatore su uno di essi e disse:
   "Non avrete vita lunga, Cavalieri di Ultramar. Vi sareste potuti redimere se vi foste arresi quando ne avete avuto la possibilità. Ora abbiamo le prove tangibili della vostra eresia, sarete presto abbandonati anche dai vostri ultimi sostenitori. Sarete soli, un capitolo rinnegato e condannato ad essere cacciato da tutti i servi a Lui fedeli per il resto dei vostri giorni! Godetevi le ultime scintille della vostra fede perchè presto ve la toglieremo con il fuoco."

lunedì 30 settembre 2013

Some changes and a lot of BLOOD!

Buon pomeriggio caro lettore! Se sei uno che segue il mio blog avrai notato che ho cambiato lo sfondo, mentre se non lo sei potrai apprezzare lo stesso la nuova immagine. L'identità dello Space Marine ivi ritratto rimmarrà sconosciuta fino a quando non avrò sistemato il BG dei miei Soli Blu. Motivo per cui dovrei risistemarlo? Semplice: fa a pugni (potenziati) con ciò che è scritto nei libri della Horus Heresy! Ma non preoccuparti, non passerà troppo tempo prima che tutto venga svelato. ;)

Ho voluto fare questo post per presentare una grande novità che nei prossimi mesi probabilmente occuperà molto del mio tempo libero, la quale sarà documentata (non proprio passo per passo) su questo blog. Via agli indizi!






























4 torri di polistirolo, su cui ho lavorato diversi pomeriggi insieme a mio fratello per ottenere un buon risultato e misure giuste. Non sono ancora pitturate né stuccate, ma quello è un problema che ben presto verrà risolto. :3























Iniziate a capirne qualcosa? Sì? Beh, sappiate che state sicuramente sbagliando! Certo, prima 4 torri dall'aspetto fortificato, poi un reggimento di lanceri Alti Elfi; tutti gli indizi porterebbero a pensare che io stia per incominciare a collezionare un esercito di Alti Elfi di Warhammer Fantasy con tanto di fortezza, ma come ho detto prima vi state proprio sbagliando.

Ecco il vero motivo!



















Per chi non lo sapesse, Blood Bowl è un gioco da tavolo (o "specialist game") sempre prodotto dalla nostra cara GW. Negli ultimi anni è stato lasciato un po' a se ed onestamente non me ne era mai importato troppo, finchè... non è uscito Blood Bowl per il computer nel 2009. L'atmosfera in cui si veniva catapulati una volta schiacciata l'icona di avvio non era di un semplice simulatore di sport: le musiche, le ambientazioni (da me scoperte dopo aver acquistato una migliore scheda grafica) e le squadre erano coinvolgenti ed emozionanti. Non mi potevo non emozionare quando uscì la Legendary Edition del gioco nel 2011. Alle 9 squadre di quello del 2009 ne erano state aggiunte altre 11, aumentando notevolmente le tattiche possibili e il divertimento di gioco. Sfortunatamente, in Italia poteva solo essere scaricato a pagamento e non comprato in un normale negozio. Allora come fare a giocarci? Semplice: scaricandolo (il)legalmente! La situazione da arresto è arrivata ad una fine quando, sorpresa delle sorprese, trovai appunto il gioco in vendita in edicola. Proprio allora mi venne in mente un'idea binata: costruire uno stadio e comprare una squadra di Blood Bowl. La seconda l'avevo già da qualche mese, ma rimaneva in un angolo della mia scatola cranica. Pure la prima fece la stessa fine, ma ora sono entrambe riuscite ad abbandonare il riquadrino a loro riservato per sfogarsi in questa dimensione! Muhahahaha!!

Quindi, le 4 torri di polistirolo sono gli angoli dell stadio, mentre i 16 Alti Elfi lanceri diventeranno la mia squadra di, per lìappunto, Alti Elfi! Il loro nome sarà "Dita Livide", e prevedo che anche loro a breve avranno un proprio BG pubblicato su questo Blog.

Sia che siate manicaci degli Space Marine, sia che vi interessiate solamente di pestare qualcuno in una partita di Blood Bowl, non vi resta che restare sintonizzati su questo sito! ;)

Buon modellismo a tutti voi! CIAO!