lunedì 6 aprile 2015

The "GRAN FINALE" Part 1


Pianeta: Meghnada II
Luogo: Manufactorum "Magna Manus" presso città di Outanvr
4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 6:58

  
Quando si trovava in questo stato, non sapeva esattamente chi fosse e dove fosse. Era già difficile tenere a mente il suo obiettivo, il suo scopo... quale era? I pensieri si accavallavano, immagini della sua infanzia, della sua giovinezza, di quando le stelle erano giovani e il warp già vecchio. Un flusso ininterrotto di sensazioni minacciavano di travolgere il suo ego, la sua anima, ma era troppo navigato per lasciarsi sopraffarre. Sei decenni ad ammaestrare le selvagge e caotiche forze del warp lo avevano addestrato a questo e molto altro... però diamine, non ricordarsi il proprio nome era sempre frustrante! La realtà cercava sempre di sfuggirgli. Demoni invisibili dalle dita intangibili artigliavano la sua coscienza per potersene cibare.
   Ma in quel momento no. Il loro tocco sembrava la carezza di un amante la mattina appena svegli. "No..." Questo ricordo non era suo. Ecco, il loro tocco sembrava il piacevole tepore del sole (quale sole? Quale dei tanti?) quando bacia la pelle di chi gliela concede. In quel momento un'altra forza si contendeva il suo spirito: qualcosa di orrendo, mostruoso, grande e piccolo, affamato di carne, sangue, terra, aria, acqua... La "Grande Divoratrice", ecco il nome attribuitogli da... chi? Non aveva importanza. Lei era lì, lo sentiva, lo annusava. Trepidava al solo pensiero di cibarsi della sua anima. Peccato, l'avrebbe trovata indigesta.

   Il risveglio fu brusco. Entrare in contatto con la Mente dell'Alveare non era mai facile, staccarsi ancora meno. Gemme di sudore gli imperlavano la fronte e la folta chioma bruna. Il cipiglio cattivo che aveva assunto venne subito sostituito dalla sua, solitamente, serafica espressione. Ma lo sguardo era persorso da una scarica di nervosismo. "Stanno arrivando." Avvicino il suo comm-link al volto, premette l'interruttore e disse: "Qui è il comandante, convocate allo strategium i sergenti delle squadre presenti nella struttura." "Sì, signore. Sarà fatto immediatamente." replicò la voce gracchiante di uno dei suoi servitori.
   Brandiel, bibliotecario della V compagnia dei Soli Blu di stanza su Meghnada II, si rivestì dell'armatura potenziata, prese il suo bastone e uscì dalla sua stanza. Si trovava nel grande complesso di "Magna Manus", uno dei due manufactorum della città di Outnavr. L'intera fabbrica, rimasta nelle grinfie della flotta alveare fino a pochi giorni prima, era rimasta intatta... e miracolosamente funzionante. I macchinari tuttavia erano più usurati di quello che gli ultimi rapporti forniti alla sede della "Maxel&Co." (la grande società proprietaria di metà delle fabbriche del continente) attestavano. Inoltre mancavano molte tonnellate di materiale produttivo e molti locali, al momento della messa in sicurezza dell'edificio, presentavano chiari segni di una recente attività umana: barattoli di cibo vuoti, coperte, capi di vestiario, escrementi... tutto faceva presupporre che la catena di montaggio fosse stata tenuta in funzione da qualcuno. Ma chi sarebbe stato così pazzo da mandare avanti una fabbrica sapendo che fuori dalle proprie mura era in corso un'infestazione tiranide? Brandiel aveva lasciato queste domande a chi aveva il tempo di porsele.
   Come capo della spedizione militare adibita alla riconquista di questo territorio doveva preoccuparsi dell'epurazione aliena. Avevano respinto gli sciami metro per metro fino al manufactorum, centinaia di organismi tiranidi erano stati inceneriti per prevenirne il riassorbimento. Ora si trattava di concludere l'opera.
   Percorrendo corridoi semi-bui a causa della scarsa manutenzione del posto, Brandiel giunse nella sala conferenze del centro produttivo. Lì era riunito il suo personale strategium. I sergenti Rant, Serkin, Balatus e Ophirium da lui convocati lo stavano aspettando. Con loro vi era Artemides, colui che guidava la squadra di armature corazzate centurion fornitegli dall'arsenale del capitolo dal vecchio Ephaestus. Dopo aver eseguito i saluti di rito, la riunione poté cominciare.
   "Signori, spero non signore, ci sarà un cambio di programma per la passeggiata di oggi. Ho percepito svariate creature che si dirigono nella nostra direzione con intenti tutt'altro che amichevoli. Se siamo rapidi riusciremo a cogliere impreparate le forze avversarie prima che raggiungano le nostre posizioni. Nessun veicolo sarà a nostra disposizione, solo i due piedi che il Santo Imperatore ci ha donato." Sfornò un sorriso che sperava di essere tranquillizzante, ma non ci riuscì. La tensione sui volti dei suoi uomini era palese, specialmente su quello di Balatus, recentemente promosso al rango di sergente devastatore dopo la morte del suo predecessore. Fu infatti il primo ad esprimere un qualche dubbio.
   "Bibliotecario Brandiel, con tutto il rispetto, non credo che la mia squadra sia la più adatta a prendere parte ad una missione come questa. Sa bene che siamo tutti poco più che reclute appena insignite dell'onore di indossare l'armatura potenziata. Non posso garantire che reggeremo, non dopo la così improvvisa perdita del sergente veterano Uthor!" Uthor, povero diavolo. Il motivo per cui Balatus era così preoccupato era la paura di finire come lui, scomparso da un momento all'altro nelle foreste vicine all'impianto. Un uomo così grosso e così forte inghiottito senza emettere un suono... Ma Brandiel non aveva tempo di piangere i caduti o di prendere a sculacciate quei devastatori in erba per insegnarli la disciplina. Gli servivano subito.
   "Apri quelle orecchie, sergente Balatus. La decisione su chi sia o non sia pronto per un'azione del genere spetta a me e solo a me, in questo momento. Chiaro?" "Sì signore, non intendevo certo di mancarle di rispetto..." fu l'impacciata scusa del Sole Blu.
   "Bene, ora che questo è chiarito... Rant, Serkin: equipaggiate le vostre squadre tattiche con lanciafiamme e lanciamissili, assicuratevi che ogni lama sia ben affilata e che ogni Requiem spari dritto. Balatus, Ophirium: ciascuno di voi prenda quattro lanciamissili per i suoi Marine e recuperi anche un po' di quelle munizioni sub-nucleari che sono tanto care al maestro della forgia Ephaestus, serviranno sicuramente contro i bestioni che presto incontreremo." La risposta univoca dei quattro fu "Sarà fatto, bibliotecario Brandiel". Lasciarono la stanza per preparare i loro uomini... macchè, i loro super-uomini alla battaglia. Lo psionico rimase solo con Artemides. "Tu Artemides dovrai equipaggiare i tuoi esoscheletri con Requiem uragano e Requiem pesanti, servirà un po' di fuoco anti-fanteria, ne sono certo." "Bibliotecario, vado a prepararmi alla battaglia." Un cenno e via, anche lui attraversò la porta scorrevole della stanza.
   Brandiel rimasto solo esaminò la mappa della zona appesa sulle spoglie pareti, approfittando dell'assenza di qualsivoglia mobilio per scrutarla da ogni angolazione possibile. L'attacco sarebbe giunto da sud-est, dunque era necessario andare in direzione est per aggirarlo e colpirne le reni. Il luogo dello scontro sarebbe stato una piccola stazione energetica adibita al rifornimento dell'impianto.
   Un'improvviso flusso di ricordi e sensazioni aggredì la mente di Brandiel. Immagini di uomini al lavoro, macchine in funzione... le urla... un'immensa voragine... l'arco di una lama... il dolore... il sangue... "No, no... nonononono... non voglio morire, non voglio MORIREE!!" La visione cessò in un turbinio di sangue. Il bibliotecario giaceva sulle proprie ginocchia, il respiro corto. Quello era l'eco psionico della morte di un umano toccato dal Warp. Forse si era creato un legame durante il contatto con la mente dell'alveare. Difficile essere certi di queste cose, il warp è volubile e non sempre rispetta regole prestabilite o un ordine preciso. Una cosa era certa: si stava per recare in un posto di sofferenza. "Non è sempre così?" Lasciò velocemente la stanza. C'erano dei preparativi da mandare avanti. C'erano alieni da uccidere e bruciare. Ma un pensiero gli rimase in testa, come un chiodo impossibile da rimuovere: perchè fianco a fianco ai predoni umani aveva visto delle figure tiranidi?

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