Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione.
Fine 4° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 1:44
Il dialogo tra l'inquisitore e il capitano dei Soli Blu avvenne nell'ufficio di quest'ultimo. Gli unici spettatori erano il capitano Taris degli Ultramarine e il cappellano Kadmion dei Soli Blu. I seguiti di entrambi erano stati congedati e mandati ciascuno ai propri alloggi. La cosa aveva particolarmente infastidito Chet, ma onestamente quell'uomo poteva andare a farsi fottere. Con il senno di poi Lighter avrebbe cercato di scavalcare la gerarchia degli Arbitres per mettere sul trono del comando un uomo più competente. Gli stavano già venendo in mente un paio di nomi per sostituirlo, ma tutto ciò divenne di secondo piano non appena arrivati al CGE. Il personale che riempiva la stanza circolare era ridotto al mimino indispensabile per garantire ai suoi membri la possibilità di riposarsi. Alcuni uomini e donne dell'Administratum erano si erano addirittura addormentati alle loro postazioni, troppo stanchi per essere influenzati dalle luci che danzavano nella sala e dal rumore dei cogitator attivi nella sala, nè dal rumore dei servitori che si spostavano da una parte all'altra per portare rapporti e oggetti vari da dentro e fuori la grande stanza. I pochi operatori ancora in piedi si alzarono per salutare il loro comandante e i nuovi venuti, un saluto risposto con cortesia dai quattro membri del gruppetto.
Non appena furono entrati nell'ufficio, Lighter si avvicinò alla scrivania e schiacciò un pulsante sotto la scrivania. L'inquisitore si accorse del gesto. "Un campo di occultamento? Mi fa piacere vedere che ha cara la segretezza di questo incontro." Le parole furono pronucniate da un sorriso spento. Lo sguardo del capitano si posò sull'uomo di fronte a lui. Come faceva l'inquisitore a sapere della presenza del campo? Non indossava alcun elmo con sensori potenziati e non era passato abbastanza tempo perchè l'Ultramarine potesse avvertire il suo comandante della sua attivazione. O quest'uomo era abituato ad affrontare argomenti del genere con l'ausilio di mezzi di protezione (e vista la natura del suo lavoro, Raphael non aveva dubbi che lo fosse), oppure c'era un altra possibilità: stregoneria. L'inquisitore poteva essere uno psionico, e se fosse stato vero non se ne sarebbe sorpreso neanche più di tanto. Era pratica comune per l'Inquisizione reclutare persone con tali poteri, addestrarle e renderle dei mastini perfetti. Evidentemente Klaus Noel non faceva eccezione.
"Sono contento che la presenza di questo dispositivo sia di suo gradimento." Fu la risposta diplomatica di Lighter. "Ma prego, si accomodi." Disse indicando le sedie di fronte alla sua scrivania. Noel ringraziò con un cenno della testa e si sedette elegantemente sullo spartano sedile che gli era stato offerto. Taris invece rifiutò cortesemente, dicendo di preferire rimanere in piedi, come d'altronde fece anche Kadmion alle spalle del suo capitano.
"Cosa la porta su Meghnada II, inquisitore Klaus Noel dell'Ordo Xenos?" Fu la diretta domanda del Sole Blu. Il suo interlocutore assunse un sorriso ancora una volta freddo. "Sa capitano, sono abituato ad essere IO quello che fa le domande. Però la capisco, sa? Quindi le farò la grande cortesia di soprassiedere a questa sua mancanza di forma e le narrerò cosa mi ha portato qui. La prego, si metta comodo, che è una storia molto lunga." La risposta venne data con un tono a metà tra l'ironico e l'infastidito. Poi incominciò il suo racconto, la voce dell'inquisitore resa metallica dalla protesi mandibolare...
"Pressapoco 50 anni fa, sul mondo di Ilea, appartenente a questo stesso settore, atterrò un gruppo di coloni per civilizzare un pianeta abbandonato dall'Imperium molto tempo prima per motivi sconosciuti. Con il passare del tempo gli abitanti del pianeta aumentarono di numero ed iniziarono le prime trivellazioni per estrarre il promezio dal suolo. Ma non trovarono solo quello. 5 anni fa vennero rinvenute delle rovine aliene sepolte appena sotto il normale livello del suolo. Ciò mise in agitazione la comunità del pianeta, risultando in una richiesta di aiuto che, passata per le mani delle varie istituzioni imperiali, arrivò sulla mia scrivania. Dopo aver letto il rapporto dei coloni, decisi di andare sul posto per effettuare un primo sopralluogo delle strutture, per poterne verificare l'effettivo valore.
Una volta giunto su Ilea, capii che ciò che era stato rinvenuto richiedeva più di una semplice indagine: andava osservato, analizzato e studiato nella maniera più meticolosa possibile. E così ebbe inizio un lavoro che non ha ancora avuto una fine. Le rovine appartenevano ad un'antica roccaforte dei Necrontyr che il passare dei millenni aveva fatto sprofondare nel sottosuolo. Le cripte di stasi erano per lo più disattivate, i loro occupanti spenti ed inerti da troppo tempo. Ma alcune avevano ancora energia. Estraemmo centinaia di corpi di Necron, conservandone solo i torsi e le teste. Perchè? Mi pare ovvio, per assaporare il dolce frutto della conoscenza aprendo le loro menti aliene alla lettura. Frutto che ahimè, nonostante gli sforzi miei e della mia equipe, ci rimase precluso. Per questo lasciai gli scavi alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarci, e chi trovai fu Ki'Na'Hun. Grazie a lui trovammo un modo per riattivare i Necron, mantenendo la loro coscienza spenta. Il frutto proibito poteva finalmente essere colto.
Come prima cosa trovammo mappe di Ilea per come era 60 milioni di anni fa. Sovrapponendole con le nostre ottenemmo la locazione di altre necropoli, tutte nello stesso stato della prima. Con l'arrivo di nuovi corpi per gli esperimenti, tutti gli altri dati raccolti vennero mano a mano uniti come a costituire un grande puzzle. Dati su armi, storia e società Necrontyr fluivano ininterrottamente, assieme alla posizione di altri pianeti della stessa dinastia. Alcuni di questi risultarono introvabili, scomparsi o distrutti; altri invece furono trovati e l'Inquisizione si sta prendendo cura dei loro abitanti dormienti. Ma il ritrovamento più interessante avvenne pochi mesi fa in quella che identificammo come la capitale del pianeta: in una cripta nascosta nelle profondità più recondite delle rovine aliene trovammo una cripta di stasi contenente tre Cryptek, quelli che noi definiremmo gli scienziati dei Necron. Le prime due risultarono inutili, gli occupanti corrotti dal tempo, ma la terza... Estraemmo il Necrontyr e lo sottoponemmo allo stesso trattamento di tutti gli altri. Ciò che ne ricavammo furono due nomi e la descrizione di un'arma. Il primo era "NEFER" ed apparteneva alla dinastia che dominava su questo pianeta e sugli altri da noi scoperti. Il secondo nome era "ELYSIUM", l'arma di cui le ho appena accennato. Non riuscimmo a scoprire molto di più, se non che era un qualcosa dotato di un enorme potere e la sua ubicazione."
Calò il silenzio nella stanza. A prendere la parola fu Lighter. "Posso dedurre che il motivo per cui lei si trova qua assieme al suo seguito sia proprio quell'arma." L'inquisitore fece un cenno di assenso. "E che abbia buone ragioni per pensare che questo "Elysium" si trovi su Meghnada II." Quello che si aprì sul viso di Klaus Noel non poteva che essere definito un ghigno.
"Non lo credo soltanto, ne ho le prove. Negli ultimi dati da noi ricavati si evinceva che il pianeta su cui ci troviamo fosse anch'esso un mondo tomba, e visti gli ultimi sviluppi direi che ciò è evidente." Si adagiò più comodamente sulla sedia. "Sarò onesto, non sapevo che fosse scoppiata la guerra, solo che si era persa comunicazione con il pianeta. E al mio arrivo cosa trovo? Due razze aliene che combattono sulla superficie del pianeta contrapposte a due schieramenti diversi di Astartes, uno scomunicato dai miei stessi colleghi e l'altro sempre sotto stretto controllo per via delle sue devianze dal Codex Astartes." Gli occhi neri dell'inquisitore si fissarono in quelli del Sole Blu. "Direi che questo assembramento di forze basta per rendere evidente la presenza di qualcosa di estremamente importante qui. Peccato non averlo saputo prima!" Scrollò le spalle. "Avrei potuto chiedere più rinforzi. Non credo mi basteranno gli Astartes del mio seguito, per quanto straordinari. Quindi avrò bisogno della sua collaborazione, capitano. Volontaria o forzata che sarà. Spero abbia compreso bene."
Raphael si prese un attimo per ponderare bene le parole di Klaus Noel, lanciando anche un'occhiata a Kadmion. Anni vissuti assieme e innumerevoli battaglie gli fecero capire che il cappellano la pensava come lui. Gli era evidente l'importanza di localizzare quest'arma prima che cadesse nelle mani sbagliate. Ma quelle dell'inquisitore erano forse migliori? Chissà cosa ci avrebbe fatto... Il racconto ometteva molti particolari e ne metteva in risalto altri.
"Ho una domanda per lei: quante leggi imperiali ha dovuto infrangere per portare avanti le sue ricerche? Non credo che i tecnopreti di Marte abbiano saputo di queste sue scoperte. Inoltre, usare un alieno come aiutante non è visto di buon'occhio da molti dei suoi colleghi. Quindi cosa mi assicura che aiutandola non metterò a rischio la purezza dei miei fratelli agli occhi delle alte autorità?" Si protese verso il suo interlocutore. "Cosa mi impedisce di arrestarla per tradimento e consegnarla alle autorità imperiali una volta terminata questa guerra?"
"Perchè, mio caro, la vostra alternativa è l'estinzione." Anche lui si protese sopra la scrivania, portando la propria faccia ad un palmo di quella del capitano. Il tono della voce era freddo e contenente una non-velata minaccia. "Credete che nessuno si sia accorto dei vostri rapporti di reclutamento modificati? Che la presenza di cinquecento Astartes in più all'interno del vostro capitolo sarebbe passata inosservata? Andiamo Raphael, la credevo più furbo."
I muscoli di tutto il corpo del Sole Blu si irrigidirono dalla testa ai piedi. Se l'inquisitore era a conoscenza di questa cosa allora non sarebbe passato molto tempo prima che lo sapessero altri, che venisse istituita un'indagine ufficiale e che i Soli Blu avrebbero pagato caro questo affronto all'autorità imperiale. Noel riprese a parlare dopo essersi riseduto comodo.
"Per il suo aiuto volontario sono disposto a deporre a vostro favore, decantando la grande lealtà del suo capitolo e coprendola di onori. Agli occhi del settore, lei diventerebbe un grande eroe. Magari, con il tempo, anche il successore di Yark Solar alla guida dei Soli Blu. Se mi metterà i bastoni tra le ruote in un qualsiasi momento, potrei non essere così benevolo..."
Era in trappola. Doveva accettare, per quanto non si fidasse dell'inquisitore. I Soli Blu non potevano permettersi un'indagine ufficiale, sia per il numero di Astartes in più che per altri motivi... Doveva preservare il capitolo ad ogni costo.
Lighter si alzò in piedi e si mise di fronte a Noel. Torreggiava su di lui, ma non un'ombra di tensione attraversò il volto dell'altro. Con la coda dell'occhio vide Taris irrigidirsi. Dall'altra parte della stanza Kadmion manteneva un'espressione granitica. Porse la mano all'inquisitore. Quello si alzò in piedi e la strinse.
"Bene, vedo che è in grado di ragionare. Avrei preferito una risposta verbale, ma capisco che la situazione deve risultarle molto fastidiosa. Ora le chiederei il permesso di andarmene nelle mie stanze, capitano. Sono piuttosto stanco... Confido che al mio risveglio troverò tutti i dati necessari per la mia ricerca a disposizione mia e del mio staff." Lasciò la mano e si avviò alla porta, seguito a ruota dall'Ultramarine. "Ah già, è inutile che le chieda il permesso per andarmene. Riposi bene, Raphael Lighter." E con un ultimo ghigno se ne uscì dalla stanza, lasciando i due Astartes soli con i propri pensieri.
Lighter si voltò verso Kadmion dopo che i due ebbero chiuso la porta alle proprie spalle e si furono allontanati. "Hai registrato tutto?"
"Non ho perso una parola." Un lieve sorriso increspò le labbra del cappellano.
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