giovedì 16 febbraio 2017

The "GRAN FINALE" Part 4

Pianeta: Meghnada II
Luogo: Ospedale "Beata Lucilla la Guaritrice" di Bolitres, sezione riservata ai feriti della Marina Imperiale e dei Soli Blu
Inizio 5° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 9:28

   L'ospedale di Santa Lucilla era un complesso mastodontico, adibito sia al ricovero di pazienti che alla ricerca medica. Ora, con la guerra, nessuno andava più nei laboratori per studiare qualche malattia o scoprire cure alternative; quelle stanze erano state date ai medici della marina imperiale e dagli Apotecari dei Soli Blu per poter accudire meglio i propri feriti. Gli era stata anche data un'intera ala per assolvere al meglio questo compito.
   Raphael Lighter stava attraversando i corridoi dei vari reparti accompagnato da Brandiel, Bibliotecario dei Soli Blu, per supervisionare lo stato dei feriti. L'aria era pregna dell'odore degli antisettici e di quello del sangue. Il pavimento era sorprendentemente pulito, nonostante tutti i feriti che erano arrivati dal fronte nelle settimane precedenti, un encomio da fare al personale delle pulizie. La maggior parte dei lettini era occupata da uomini e donne della marina imperiale feriti in combattimento. Alcuni avevano vistose medicazioni su diverse parti del corpo, altri avevano perso arti o parti di essi. Quelli che potevano salutavano il duo di Space Marine portandosi una delle due mani alla tempia, a seconda di quale fosse nello stato migliore. Ogni tanto si fermavano a chiacchierare con i feriti, soprattutto ufficiali, per informarsi sullo stato di salute loro e dei loro uomini. Il morale rimaneva comunque abbastanza alto, e di ciò Lighter poteva dirsi soddisfatto. Il giro visite proseguì nell'ala adibita ai feriti degli Astartes.
   Per quanto il loro numero fosse enormemente inferiore rispetto agli altri pazienti dell'ospedale, gli Space Marine occupavano comunque uno spazio degno di una compagnia dell'Astra Militarum. La degenza degli Astartes non durava molto, visto il loro metabolismo accelerato, ma era per alcuni casi erano necessari macchinari più sofisticati per garantirne il pieno recupero. Dopo una breve chiacchierata con Antilles, l'Apotecario capo, il duo si diresse verso la stanza di Ephaestus, il Maestro della Forgia della V compagnia, ferito durante uno degli ultimi combattimenti contro i Cavalieri di Ultramar presso lo spazioporto di Outnavr. A Lighter era stato comunicato che la parte destra del suo corpo, fusa dal multitermico del Dreadnought che lo aveva abbattuto, era ormai stata rimpiazzata da nuove protesi meccaniche che lui stesso aveva provveduto ad ideare, ed in parte realizzare, nei suoi giorni di degenza. Lo trovarono intento a camminare nella sua stanza con l'aiuto di un servitore medico, un'attività che interruppe alla loro vista. Del corpo non si vedeva molto, in quanto coperto da una tunica; si notavano giusto le estremità meccaniche del braccio e della gamba destra. La testa invece era ancora coperta da pesanti bendature che lasciavano scoperto solo la bocca e l'occhio sinistro. Quel poco di carne che si intravedeva del suo viso diede l'impressione che stesse cercando di sorridergli, ma il risultato fu qualcosa di grottesco.
   "Buongiorno fratelli. Perdonate il disordine, ma sto calibrando le mie nuove protesi e ciò richiede spazio ed attrezzatura." Con un ampio gesto della mano sinistra indicò l'insieme di macchinari e parti meccaniche accatastate ai lati della stanza. Con un altro gesto ed un comando vocale mandò il servitore a riposare in un angolo, rimamendo fieramente in piedi nonostante l'evidente sforzo che l'azione gli richiedeva. "A cosa devo l'onore della vostra visita?" La voce veniva gli fuori come un rantolo meccanico dal sintetizzatore provvisorio situato sulla sua gola.
   Ligher gli sorrise. "Fratello Ephaestus, sono molto contento di vedere che riacquisti forze ogni giorno che passa. Noto che il tuo spirito non è stato piegato dall'ordalia che hai dovuto affrontare."
   "E questo il caro Antilles l'ha imparato molto bene..." fu il commento sottovoce di Brandiel, che gli costò un'occhiataccia da parte del Maestro della Forgia. Stando a ciò che gli aveva detto l'Apotecario capo, Ephaestus aveva passato la maggior parte del suo tempo a sbraitare contro i servitori, a farsi portare componenti meccaniche dal suo Techmarine apprendista, fratello Maechios, a progettare e poi assemblare ogni singola protesi nella stanza, evocando le ire dei pazienti ricoverati accanto a lui e facendo arrivare qualche reclamo anche dall'ala adibita alla Marina Imperiale.
   "Stavo dicendo..." riprese Raphael, fulminando il Bibliotecario con uno sguardo. "E' un bene che il tuo spirito non sia stato piegato, perchè ho bisogno di te alla base."
   Il Maestro della Forgia drizzò maggiormente la schiena. "Sempre a vostra disposizione, Capitano. Cosa avete bisogno che faccia?"
   "Ho bisogno che tu controlli dei dati per me, fratello. Ci sono stati forniti dall'Inquisitore Noel dopo un...interessante colloquio seguito al suo arrivo sul pianeta. Abbiamo bisogno che tu li analizzi con la massima riservatezza ed il più velocemente possibile."
   "Di che tipo di dati stiamo parlando?" L'occhio sinistro del Techmarine brillava di interesse.
   Il tono di  Lighter calò bruscamente. "La loro origine è Xeno, frutto delle ultime ricerche dell'Inquisitore. Potrebbero aiutarci a comprendere meglio la situazione di Meghnada. Lo sto chiedendo a te e non a fratello Maechios perchè lui non ha la tua esperienza. Né la tua riservatezza. Comprendi?"
   La sorpresa nell'occhio di Ephaestus fu presto sostituita da determinazione. "Comprendo, Capitano. Datemi il tempo di raccogliere un paio di cose e sarò subito da voi." Il Maestro della Forgia fece segno al duo di uscire, chiudendo la porta dietro di loro. Dall'interno iniziò uno sferragliare convulso, seguito da varie imprecazioni. Il personale nelle vicinanze e i pazienti in grado di muoversi si allontanarono da quel fracasso, lasciandoli da soli.
   A rompere il "silenzio" che si era creato tra i due nell'attesa ci pensò Brandiel. "Raphael, devo dirti una cosa." Il tono del Bibliotecario era stranamente serio per un individuo abituato a prendersi gioco di tutto e tutti. E le sue labbra non si erano mosse, notò Lighter, segno che quelle parole erano state pronunciate direttamente nella sua mente. Fece cenno all'altro di andare avanti a "parlare".
   "Te lo dico adesso mentre siamo lontani da orecchie indiscrete: il Sole Blu che accompagna l'Inquisitore è probabilmente uno psionico. E molto potente, per giunta."
   L'altro Astartes aggrottò le sopracciglia. Gli bastò formulare chiaramente il pensiero "E cosa ci sarebbe di strano in ciò?" nella sua mente, che l'altro gli stava già rispondendo. "Non saprei, a parte il fatto che il suo nome non figura nel librarium del nostro Capitolo e non indossa una calotta psionica come da protocollo. Inoltre, nasconde molto bene il suo dono; sono riuscito a scoprirlo solo perchè sono abituato ad indagare nelle menti altrui, specialmente in quelle delle persone di cui non mi fido."
   I dubbi di Raphael crebbero. Non aveva senso... Perchè l'Inquisitore avrebbe dovuto voler nascondere l'esistenza di questo psionico? Perchè farlo usando le insegne dei Soli Blu, una volta scoperto che avrebbe avuto a che fare con loro? Avrebbe voluto dire svelare subito la sua identità (cosa che peraltro era appena successa) e rendere vano ogni tentativo di nasconderne la presenza nel suo entourage. A meno che...
   In quel momento la porta dietro di loro si spalancò, lasciando uscire Ephaestus con buona parte di cò che aveva nella stanza distribuito tra lui e il servitore. Al vederlo Lighter ri riscosse dai suoi pensieri. "Bene allora. C'è una Stormraven che ci aspetta fuori per tornare al CGE. Seguici." Il trio si diresse verso l'uscita. Mentre i motori del velivolo prendevano vita, la vita dell'ospedale fu disturbata per l'ultima volta dal Maestro della Forgia.

Pianeta: Meghnada II
Luogo: CGE (Centro Gestione Emergenze) presso il bastione comando di Bolitres, ex-caserma Arbitres, riadattato come Strategium delle forze di liberazione ed epurazione.
Fine 5° settimana della Campagna per Meghnada II
Ore: 02:50

   Raphael Lighter venne svegliato dal suono del suo intercom che squillava.
   Si trovava nel suo ufficio, sdraiato sulla branda militare che si era fatto portare per diminuire al massimo le perdite di tempo dovute agli spostamenti. Aveva fatto ciò perchè negli ultimi giorni era iniziata la grande controffensiva dei Soli Blu, nel disperato tentativo di recuperare territorio imperiale nel sud continente. E tutto era andato stranamente bene. A parte una debole resistenza operata dai Cavalieri di Ultramar, le zone prima occupate da Necron e Tiranidi erano come abbandonate. Eppure non vi era stato alcun segno di ritirata o alcuna partenza dal pianeta. I precedenti conquistatori erano semplicemente scomparsi assieme alla popolazione imperiale. Dopo questa inquietante scoperta, Lighter aveva ordinato una perlustrazione approfondita del territorio, scoprendo l'esistenza di enormi tunnel nel sottosuolo di Outanvr, scavati, presumibilmente, dai Tiranidi. Stando alle rilevazioni degli addetti sul campo, pareva conducessero da qualche parte verso nord. Dei Necron invece non era stata trovata alcuna traccia.
   Alzatosi dalla branda, l'Astartes di diresse alla scrivania e pigiò un pulsante per rispondere. "Qui Lighter. Cosa succede?" "Capitano, qui è il sergente Dexule. Abbiamo captato un forte segnale proveniente dal deserto nei pressi di Manicarph, a nord." "Che genere di segnale, sergente?" "Ecco...non siamo sicuri, ma pare sia una fonte di energia mai vista prima. I nostri tecnici sostengono che potrebbe essere di origine xeno. Necron, probabilmente." Un brivido percorse la schiena di Raphael.
   "Avete contattato la flotta? Cosa dicono a riguardo?" "Hanno confermato tutto, e c'è dell'altro Capitano... Le passo il contrammiraglio Eidol." Ci fu un breve rumore statico mentre veniva cambiato il canale.
   "Capitano, qui Eidol Baris. Come le ha anticipato il sergente, anche le nostre navi orbitanti hanno captato lo stesso segnale proveniente dalla superficie, ma non solo: abbiamo rilevato tre distinti eserciti in marcia. Li abbiamo identificati come i Cavalieri di Ultramar, i Tiranidi ed i Necron. Tutti stanno convergendo verso fonte del segnale." Ci fu un attimo di pausa. "Altro da aggiungere, contrammiraglio?" "Signore...è comparsa una flotta di navi ai confini del sistema. Pare che appartengano ai Cavalieri di Ultramar. L'ammiraglio Malink sta posizionando le nostre forze in assetto d'attacco, pronto a ricevere i nemici. Inoltre richiede anche il comando dell'incrociatore dell'Inquisitore per poter ricevere al meglio, e qui riporto le sue testuali parole, "quegli stramaledetti eretici del feth". Ora è davvero tutto, Capitano Lighter."
   Un sorrisino fece la sua comparsa sul volto dell'Astartes sentendo le parole di quella vecchia volpe. "Conoscendo l'ammiraglio, svolgerà sicuramente un ottimo lavoro. Per quanto riguarda la nave dell'inquisitore, glielo chiederò io personalmente, non temete. Vi lascio ai vostri compiti, Eidol. Grazie di avermi aggiornato." "Dovere signore." E così riattaccò.
   La situazione si stava scaldando sempre di più. Gli era sembrato tutto troppo facile in questi ultimi giorni, e adesso tutto stava peggiorando nel giro di poche ore. Non c'era un minuto da perdere. Stava per accendere il suo intercom per contattare gli ufficiali dei Soli Blu e della Marina stanziati sul pianeta, quando la porta del suo ufficio si aprì violentemente. Sull'uscio stava un marine dall'armatura nera con simboli appartenenti agli Ultramarine.
   "Capitano Taris, poteva anche farsi annuciare. Alla mia porta non sarebbe dispiaciuto..." "Tagli corto con l'ironia, Lighter." La risposta veniva dalle spalle dell'Astartes. La voce era quella di Klaus Noel. L'Inquisitore fece capolino nella stanza subito dopo l'ingresso del Capitano della sua guardia.
   "Sappiamo entrambi cosa ha originato quel segnale: l'attivazione dell'Elysium. Dobbiamo agire subito o cadrà nelle mani del nemico." I suoi occhi si ridussero a fessure mentre si fissavano in quelli del Sole Blu. "La autorizzo ad usare OGNI mezzo per recuperarlo. Anche quelle...come si chiamano? Ah già, armature Deathshroud." Lighter si irrigidì visibilmente. Il suo interlocutore, invece, sfoggiò un sorriso quanto più malefico gli era concesso dalla sua protesi alla mandibola. "Esatto, so anche di quelle, Capitano. Dobbiamo raggiungere la fonte del segnale prima degli eretici e degli xeno. Che ne dice di organizzarmi un bel convoglio aereo? Thunderhawk, Stormraven e Stormtalon... Tutti i velivoli che ha a disposizione assieme ai Marine che può fornirmi. Li voglio pronti a partire entro un'ora. Ci siamo intesi?"
   Raphael sentiva l'ira crescergli dentro. Era profondamente irritato dalle parole dell'Inquisitore e dalle sue minacce neanche troppo velate, ma non poteva farci niente: quella serpe teneva il coltello dalla parte del manico, e glielo aveva puntato alla gola con tale maestria che tutto ciò che poteva fare era obbedire come un cagnolino ai suoi ordini e farselo piacere. Maledetta Inquisizione...
   "Ho inteso, Inquisitore. Avrà la scorta che ha chiesto. Però devo chiederle una cosa: il comando del suo incrociatore deve passare all'ammiraglio Malink per poterne fare uso nella battaglia tra la nostra flotta e quella dei Cavalieri di Ultramar." "Ah sì. Ci penserò io a comunicarlo al mio capitano di vascello, non si preoccupi..." Accompagnò le parole con un gesto di sufficienza della mano. "E' tutto? Allora andrò a preparare i miei uomini all'azione. Mi raccomando, Capitano: tra un'ora all'aeroporto con tutto quello che le ho chiesto." Il Sole Blu annuì forzatamente, sempre più infastidito dalla mera presenza di quell'agete "dell'Imperium".
   Mentre stava per uscire, l'Inquisitore si fermò. "Si ricordi il prezzo della disobbedienza, Lighter. Si ricordi cosa c'è in ballo. Non mi deluda." Pronunciò queste parole con la massima noncuranza, senza neanche voltarsi. Il Capitano della Guarnigione della Morte, che era rimasto impassibile di fronte a questa ignominiosa violazione dei diritti e dell'indipendenza di un capitolo di Space Marine, diede un'occhiata di sufficienza a Raphael, per poi seguire il suo padrone fuori dalla stanza.
   Prima che la porta si richiudesse alle spalle dell'Ultramarine, Lighter ebbe la fugace visione di una delle altre guardie dell'Inquisitore: un sole azzurro campeggiante su un'armatura nera e uno sguardo penetrante proveniente dall'abisso più nero.